Parla il figlio della mamma di Baltimora, e ora?

MADRE-BALTIMORA

Se a Milano ne abbiamo viste di tutti i colori, compresa l’intervista al ragazzo di provincia che giustificava le violenze, cosa dire di quello che è successo a Baltimora? Eppure nell’uno e nell’altro caso si riflette poco sulla società che li circonda, tanto c’è sempre una mamma da elogiare o condannare. 

Il ragazzo di Milano beccato dai giornalisti nel pieno delle emozioni post manifestazione, in modo poco elegante, sgrammaticato e confuso, ha ribadito le sue idee e sostenuto (a parole, soltanto a parole) gli altri manifestanti. Poi il padre “si è incazzato di brutto” e anche la madre. I genitori ci hanno parlato e lui è stato intervistato di nuovo. Ha avuto modo di ribadire che non ha spaccato nulla e si è scusato per l’intervista. Eppure l’ironia sul suo conto è stata immediata e virale.

A Baltimora la situazione è un po’ diversa. Qui una mamma ha riconosciuto il figlio tra i manifestanti, l’ha visto mentre lanciava pietre ai poliziotti e l’ha praticamente preso a schiaffi in diretta tv nazionale. Il giovane Michael, inquieto e arrabbiato contro il sistema e il territorio che vive che non danno speranze ai ragazzi, davanti ai microfoni è stato mansueto e ha ribadito che la sua protesta è giusta perchè pochi conoscono il degrado di Baltimora dove le prospettive per i giovani oscillano tra prostituzione e lo spaccio. Sulla mamma non ha detto niente, o meglio: ha detto che è sua madre e lo può rimproverare quanto vuole. Anche se adesso a scuola lo prendono tutti in giro.

Ora tra questi due episodi cosa c’è di realmente diverso? La tempistica: il rimprovero real time di Baltimora contro il rimprovero ben assestato e più cauto del manifestante milanese soltanto dopo il rientro a casa. Ma cosa ci dovrebbe dire che una mamma è migliore/peggiore dell’altra?

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