Il paracetamolo in gravidanza può danneggiare i feti maschi

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Una donna incinta che per non assumere altri farmaci si serve del paracetamolo, deve sapere che in gravidanza l’assunzione prolungata di questo antidolorifico può danneggiare lo sviluppo del feto, quando questo è di sesso maschile. Ecco perché. 

Le mamme sanno che non sempre la febbre dei bambini deve preoccuparle e che spesso basta il paracetamolo per la curare una serie di disturbi come il raffreddore o il mal di gola. Eppure, secondo una recente ricerca del Centro MRC per la salute riproduttiva dell’Università di Edimburgo, guidata dal professor Richard Sharpe, si scopre che in gravidanza l’uso prolungato del paracetamolo può essere dannoso per il feto quando si scopra o si sappia che si diventerà mamme di un maschietto.

Il risultato della ricerca

L’uso prolungato di paracetamolo in gravidanza, abbassa i livelli di testosterone del feto compromettendo lo sviluppo degli organi sessuali del bambino maschio. Per uso prolungato s’intende almeno una settimana o più. È vero che il paracetamolo è l’antidolorifico più sicuro per le donne incinte ma bisogna farne buon uso per evitare difetti riproduttivi nei feti di sesso maschile.

Nessun allarmismo

I medici fanno sapere che non c’è motivo per pensare che l’assunzione di antidolorifici per un giorno causi problemi al feto ma terapie o auto somministrazioni che vanno oltre la settimana, possono essere deleterie. L’invito per le donne incinte è quello a fare un uso moderato del paracetamolo, assumendo medicinali soltanto quando è il medico a prescriverli e approfittando dell’occasione, quella di un dolore prolungato, anche per abituarsi a controllare i dolori del parto.

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