#1oradamore, l’educazione sentimentale a scuola sarà legge?

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Per un’ora d’amore non so cosa darei, cantava Antonella Ruggiero tanti anni fa ma in questo caso non sono solo canzonette quelle di cui parliamo, tanto per restare nella metafora canora. Alla Camera dei deputati infatti è partito l’iter per l’introduzione dell’ora di educazione sentimentale a scuola. L’ora d’amore, per davvero.

Ha un suono assai poetico ma una sostanza molto concreta e seria. La proposta di legge in esame presso la Commissione istruzione e cultura suggerisce l’importanza di inserire nei programmi scolastici italiani un programma di educazione all’affettività. Il percorso sarà lungo e articolato ma un piccolo passo avanti è già stato fatto.

L’idea che muove questa interessante proposta è quella di agire sul fronte della prevenzione educando i più giovani al rispetto e all’amore. Una vera e propria battaglia culturale quella di cui la legge si fa promotrice allo scopo di cambiare l’atteggiamento delle persone nei confronti di tematiche scottanti che riguardano la società e spesso partono proprio dall’età scolastica: bullismo, violenza di genere, discriminazione.

La stesura della proposta di legge ha visto una larga parrtecipazione dal basso con il coinvolgimento diretto di centri antiviolenza, ascoltati per riflettere sulle misure più efficaci da adottare per la prevenzione della violenza da affiancare alle leggi punitive o securitarie. Sono stati ascoltati e coinvolti anche dirigenti scolastici e insegnanti, associazioni e movimenti, case editrici e giornalisti oltre a psicologi e pedagogisti.

Il percorso è nato tre anni fa con la campagna #1oradamore lanciata dall’associazione daSud su Change.org. L’idea era quella di far conoscere la proposta di legge e condividerla perché crescesse, si sviluppasse e assumesse contorni sempre più chiari e definiti fino al suo approdo in Parlamento.

Già esistono, d’altronde, diverse realtà che praticano concretamente questa educazione alle differenze. Le associazioni impegnate attivamente su questo fronte hanno dunque partecipato raccontando le proprie esperienze in modo da consentire una migliore messa a fuoco del problema e del modo migliore per agire.

Sul fronte istituzionale, inoltre, già la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne chiedeva agli stati ratificanti di inserire l’educazione all’affettività nei programmi scolastici, che nei paesi del Nord Europa è effettivamente già attiva da molti decenni. In Italia nel corso degli anni si è fatto qualche sforzo per introdurre a scuola l’educazione sessuale, ma per lo più a fini di prevenzione sotto il profilo della salute prima che da un punto di vista culturale. Come andrà a finire?

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