L’Ilva di Taranto: “Sino al 2014 tutto fermo per la copertura dei parchi minerari”

Cosa sta succedendo a Taranto? Se lo chiedono in molti, non solo i residenti del capoluogo di provincia pugliese. Bambini con la maschera antigas, fumi tossici, inquinamento, scuole chiuse, “Wind day”. Uno scenario catastrofico creato in parte dal clamore dei media.

Nessun bambino, ad esempio, gira con la maschera antigas a Taranto, ma la suggestione nell’opinione pubblica creata da una foto pubblicata da Michele Emiliano, presidente della regione, ha fatto credere all’inverosimile.
Per l’azienda è venuto il momento di fare chiarezza e anche rivendicare i meriti dell’Amministrazione Straordinaria.

Dal 2014 ad oggi tante cose sono cambiate, anche se media e opinione pubblica sembrano non essersene accorti.  “Sino al 2014 – osservano ad esempio fonti vicine all’Amministrazione straordinaria dell’ILVA – sulla copertura dei parchi minerali era praticamente tutto fermo. Non mancavano solo i soldi, ma non c’erano tante altre cose. Da lì si è poi snodato un iter che, sia pure nella sua complessità, è approdato al risultato complessivo di avere sia le autorizzazioni pronte, sia il progetto approvato con decreto del ministro dell’Ambiente, sia l’investitore che mette le risorse per fare l’intervento. L’ILVA in Amministrazione Straordinaria ha pagato anche gli oneri di urbanizzazione al Comune di Tarantofanno sapere le fonti citate dell’Agi, che aggiungono “il decreto del ministro è un’autorizzazione a tutti gli effetti ottenuta grazie al meccanismo delle conferenze dei servizi. Tant’è – aggiungono le stesse fonti aziendali – che là dove non è stata seguita questa strada ma si è andati attraverso il Suap del Comune, si veda l’edificio per i filtri a manica dell’agglomerato, l’iter è stato ancora più complicato ed ha richiesto anche un passaggio in Consiglio comunale”.
Continua l’azienda: “Poi non dimentichiamo che affrontare tutta la parte preliminare alla copertura dei parchi, tra cui la caratterizzazione dell’area e la gestione dei cosiddetti fondi scavo, ovvero là dove si perfora il terreno per le analisi, non è stato per niente facile e solo l’ultimo Dpcm ha definitivamente sbloccato una serie di protocolli operativi che erano rimasti in sospeso”. “Infine – chiosano sempre fonti vicine all’Amministrazione Straordinaria – non dimentichiamo che Am Investco ha accettato il progetto che c’è già, e questo non comporterà altre lungaggini, mentre Acciaitalia proponeva un suo progetto, il che avrebbe comportato rifare l’iter burocratico“.

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