Bimbo poteva mangiare solo patate, rinato con un trapianto di fegato

La storia del piccolo Francesco (nome di fantasia) è di quelle che ti danno la forza per continuare a sperare, anche quando la malattia colpisce e fa diventare tutto nero. Quattro anni appena, il piccolo era affetto da colestasi intraepatica familiare progressiva di tipo I (PFIC1), un difetto congenito della formazione della bile che lo ha costretto per i primi anni di vita a nutrirsi solo ed esclusivamente di patate, l’unico alimento che non gli causava forte diarrea e dolori di stomaco. Era stato sottoposto a trapianto di fegato due anni fa ma l’intervento purtroppo non era stato risolutivo.

Stavolta però un doppio intervento – trapianto di fegato associato ad una derivazione interna dell’intestino – ha stravolto in positivo la vita del piccolo paziente. Il piccolo è stato operato presso l’IRCCS ISMETT (Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione) di Palermo. Il prof Jean de Ville de Goyet, a capo dell’équipe che ha eseguito l’intervento ha commentato soddisfatto:

Normalmente i bambini che soffrono di questo tipo di patologia possono beneficiare della derivazione della bile all’esterno, creando una stomia sull’addome. Ovvero viene creata un’apertura per poter mettere in comunicazione l’intestino con l’esterno che scarica all’interno di una sorta di sacchetto. Negli ultimi anni è stato proposto di derivare la bile nel colon, ma questo tipo di operazione  viene effettuata a bambini non trapiantati. Nel caso di Francesco, vista anche la sua giovanissima età, abbiamo scelto di realizzare nello stesso tempo questi due interventi essenziali, ovvero agire sul canale della bile al momento del trapianto e fare in modo che la bile scarichi dritto nel colon. Questa operazione combinata consentirà al piccolo di non avere più dissenteria cronica, di tornare ad una dieta normale e contemporaneamente gli ha permesso di non avere nessun drenaggio esterno. Sono certo che questo intervento sicuramente migliorerà la sua qualità di vita

Photo | Thinkstock

 

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