Virginia Raggi, la lettera del marito e la risposta di Selvaggia Lucarelli

Virginia Ragi

Virginia Raggi è diventata sindaco di Roma, l’opinione pubblica si divide tra favorevoli e contrari e il marito ne approfitta per scriverle una lettera in cui espone tutto il suo pensiero in pubblico.

Una mossa notevole, se si considera che parla dei loro problemi di coppia in un momento che per Virginia Raggi dovrebbe essere di gioia e festeggiamenti. Anche lui inizia gioioso e felice per la vittoria della moglie:

Sei il primo sindaco donna della storia di Roma. Ti rendi conto? Quello che ho sempre saputo si è realizzato. Che gioia e che emozione, ho pianto di felicità. Da quel tavolino, acquistato per fare il primo infopoint in via Battistini per il referendum sull’acqua e sul nucleare, ne è passato di tempo. Quanto tempo passato insieme a parlare di Roma? Dei gruppi d’acquisto solidale? Del movimento? Dei problemi da risolvere, delle possibili soluzioni?

Continuando a complimentarsi per tutte le cose fatte, Andrea Severini ricorda che “hanno gettato fango” su entrambi e poi la descrive dicendo “I tuoi occhi parlano. Sei stata un fiume in piena, hai avuto un coraggio da leonessa e una capacità di spiegare le cose in maniera semplice, in maniera popolare e genuina“. Selvaggia Lucarelli ci ha messo poco a rielaborare la lettera di Severini e scrivere un post rivolgendosi direttamente a lui:

Allora Andrè. Le cose stanno così. Virginia tua ora ha un po’ di cosine da fare tipo amministrare Roma, sopravvivere a sgambetti e ammutinamenti, destreggiarsi tra vecchi tromboni, delinquenti, dinosauri, non farsi triturare da città, burocrazia, insidie, maschilismo, scivoloni, inesperienza, giornalisti, corruzione e così via. Ora Andrè, perdona il delicato lirismo con cui mi rivolgo a te: tu dimmi se con tutti i cazzi che ha, a Virginia tua ci manca solo l’ex marito piagnone.

Niente che non andasse bene su Whatsapp? – chiede la Lucarelli e conclude con un consiglio:

Chiudi il profilo fb. Sii sobrio e misurato. E mentre Virginia tua governa Roma, tu governa un po’ la tua dignità. E sappi che comunque mi sei simpatico. Mica per altro. Ora so che i grillini più improbabili non sono quelli che credono alle scie chimiche. Sono quelli che credono all’amore eterno. Con affetto.

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