Poetesse

Poetesse, la poesia al femminile al MIC di Milano

Poetesse

Poetesse che hanno vissuto la loro vita al margine oppure al massimo, attraversando con dolore ed esaltazione la passione, la bellezza, anche le brutture del mondo e lo hanno poi raccontato con versi vibranti, dolenti, luminosi o ombrosi: sono le protagoniste di una bella rassegna organizzata dal 3 al 19 Maggio al Museo Interattivo del Cinema di Milano.

La kermesse cinematografica racconta alcune delle poetesse più influenti della poesia internazionale con un’attenzione particolare alla figura, quasi dimenticata, di Antonia Pozzi. A lei è dedicata la proiezione del 6 Maggio alla quale sarà presente anche il regista per un dibattito con il pubblico in sala.

Ad aprire la rassegna saà la biopic su Sylvia Plath, anima tormentata e suicida. Ad Antonia Pozzi sono dedicati un film ma anche un documentario presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Un altro documentario ci accompagna attraverso la vita irta di difficoltà di Alda Merini con filmati e immagini di repertorio e viste dei Navigli, dove la poetessa visse.

Da non perdere l’appuntamento con il film Poetry, un dolente e intenso racconto sulla ricerca della bellezza di una badante ammalata di Alzheimer che trova rifugio nella poesia. Tutti gli incontri della manifestazione a seguire.

Martedì 3 maggio
h 17.00 Sylvia
Christine Jeffs, UK, 2003, 110’ con Gwyneth Paltrow e Daniel Craig.
La storia della relazione tra il poeta Ted Hughes e la poetessa Sylvia Plath.

Mercoledì 4 maggio
h 17.00 Antonia
Ferdinando Cito Filomarino, Italia, 2015, 96’ con Linda Caridi e Filippo Dini.
Ritratto della poetessa Antonia Pozzi, vissuta a Milano durante il ventennio fascista e morta suicida nel 1938 a 26 anni.

Giovedì 5 maggio
h 15.00 Poesia che mi guardi
Marina Spada, Italia, 2009, 57’
Una rivisitazione dell’opera di Antonia Pozzi attraverso la lettura di alcuni suoi testi, di home- movies che la ritraggono in scene di vita quotidiana e di fotografie in bianco e nero.

Venerdì 6 maggio
h 19.00 Antonia
Ferdinando Cito Filomarino, Italia, 2015, 96’ con Linda Caridi e Filippo Dini. Replica
Presente in sala il regista Ferdinando Cito Filomarino

Sabato 7 maggio
h 17.00 La pazza della porta accanto
Antonietta De Lillo, Italia, 2013, 52’.
Un intenso (auto)ritratto di Alda Merini.

Domenica 8 maggio
h 17.00 Antonia
Ferdinando Cito Filomarino, Italia, 2015, 96’ con Linda Caridi e Filippo Dini. Replica

h 19.00 Poetry
Chang-Dong Lee, Corea del sud, 2010, 134’ con Yoon Jeong-hee e Da-wit Lee.
Una storia profonda di una donna anziana in cerca della poesia nella sua vita.

Martedì 10 maggio
h 17.00 Amelia Rosselli… e l’assillo è rima
Rosaria Lo Russo e Stella Savino, Italia, 2005, 53’
Il racconto della vita di Amelia Rosselli, una delle più grandi e originali voci della poesia italiana.

Mercoledì 11 maggio
h 15 La pazza della porta accanto
Antonietta De Lillo, Italia, 2013, 52’.
Replica

h 17.00 Antonia
Ferdinando Cito Filomarino, Italia, 2015, 96’ con Linda Caridi e Filippo Dini. Replica

Venerdì 13 maggio
h 17.15 Antonia
Ferdinando Cito Filomarino, Italia, 2015, 96’ con Linda Caridi e Filippo Dini. Replica

h 19.00 Sylvia
Christine Jeffs, UK, 2003, 110’ con Gwyneth Paltrow e Daniel Craig. Replica

Sabato 14 maggio
h 17.15 Poetry
Chang-Dong Lee, Corea del sud, 2010, 134’ con Yoon Jeong-hee e Da-wit Lee. Replica

Domenica 15 maggio
h 17.00 Antonia
Ferdinando Cito Filomarino, Italia, 2015, 96’ con Linda Caridi e Filippo Dini. Replica

Martedì 17 maggio
h 17.00 Amelia Rosselli…e l’assillo è rima
Rosaria Lo Russo e Stella Savino, Italia, 2005, 53’. Replica

Giovedì 19 maggio
h 15.00 La pazza della porta accanto
Antonietta De Lillo, Italia, 2013, 52’. Replica

codice rosa al pronto soccorso di terni

Codice Rosa al Pronto Soccorso di Terni per le donne vittime di violenza

codice rosa al pronto soccorso di terni

Nasce il Codice Rosa al Pronto Soccorso di Terni, un nuovo servizio dedicato alle donne vittime di violenza che si rivolgono all’ospedale per ricevere aiuto e sostegno. Si tratta di un’iniziativa realizzata insieme all’associazione Soroptimist international club.

L’associazione, attiva in città, ha partecipato all’allestimento della speciale stanza Codice Rosa dove si accoglieranno le donne vittime di violenza per fornire le prime cure e l’assistenza necessaria, sia medica che legale, in completa privacy e sicurezza.

La creazione di un ambiente protetto è stata considerata necessaria per gestire casi tanto delicati quali quelli della violenza subita da donne che troppo spesso non se la sentono di denunciare o addirittura temono altri abusi nel periodo di attesa al pronto soccorso, sia fisici che psicologici.

Il direttore del pronto soccorso Giorgio Parisi ha spiegato questa scelta parlando della creazione di uno speciale protocollo condiviso dal personale sanitario e dedicato esplicitamente all’assistenza delle donne che si rivolgono al Codice Rosa per ottenere aiuto e prima assistenza.

Gli operatori sono già stati addestrati, con la collaborazione del centro antiviolenza Liberetutte di Terni. Sono dunque già pronti ad intervenire con tempestività ed efficacia, coinvolgendo sia le forze dell’ordine che le strutture di sostegno sul territorio per garantire la massima tutela alle vittime.

È una iniziativa virtuosa che ci piacerebbe vedere anche in altri ospedali in tutta Italia dal momento che spesso è a queste strutture che una donna che ha subito violenza si rivolge in prima battuta. Non sempre però gli ospedali, specialmente gli affollati punti di primo soccorso, sono in grado di gestire casi tanto delicati senza una preparazione specifica e strutture adeguate. Bastano una stanza e, cosa più importante di tutte, attenzione al problema.

Photo Credits | luisrsphoto / Shutterstock.com

Addio a Prince, l’artista muore a 57 anni

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Aveva solo 57 anni Prince, quando è stato trovato privo di vita nella sua tenuta di Paisley Parks in Minnesota, la sua terra natale. A lanciare la notizia per primo è stato il sito TMZ, inizialmente si è pensato – o meglio sperato – che fosse una bufala ma poi è stata confermata.

Arzhanova, la donna candidata per Sportaccord: “Collaborare con il CIO è possibile e costruttivo”

anna arzahova

Ieri il CIO e il suo presidente Thomas Bach hanno incontrato le varie sigle presenti alla Convention di Sportaccord, tra cui ARISF (l’associazione delle federazioni sportive internazionali riconosciute) e IWGA (International World Games Association). Incontri programmati per rinsaldare i rapporti con le varie componenti dello sport olimpico e non olimpico. Nel corso di questi incontri sono stati discussi temi di azione comune ed è stata rafforzata la collaborazione con il CIO.

Anna Arzhanova, presidente del CMAS e candidata alla presidenza di Sportaccord, ha dichiarato:

Il mio programma di lavoro in questi giorni ha visto la condivisione di oltre 47.000 sportivi. Il mio lavoro vuole andare incontro proprio a questa esigenza, ovvero rappresentare un collegamento tra il CIO, le federazioni sportive e gli atleti all’interno di quella piattaforma comune che è Sportaccord”. Arzhanova che è anche componente dell’executive board di World Games e del council dell’Arisf: “Sono stati incontri molto importanti perché dimostrano che una collaborazione con il CIO è possibile ed è costruttiva. E la mia candidatura è tesa proprio a favorire e rafforzare questa collaborazione

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le donne di picasso

Le donne di Picasso, in mostra le muse di un grande artista

Le donne di Picasso

Le donne di Picasso sono leggendarie, alcune diventate vere e proprie icone, altre rimaste nell’oscurità ma non meno importanti nelle influenze che hanno lasciato sulla vita del grande pittore, sia dal punto di vista sentimentale che sotto il profilo artistico.

Oggi le racconta la fotografa Cristina Vatielli che si è ispirata allo spettacolo teatrale di Terry D’Alfondo dal titolo Loves of Picasso per raccontare la personalità di 8 donne eccezionali che hanno amato Picasso.

La fotografa romana ha anche posato personalmente per gli scatti che rappresentano la personalità, il mondo interiore e la relazione che ciascuna di queste donne ha intrecciato con l’artista. L’autoritratto, ha spigato Vatielli, consente di immedesimarsi nelle donne raccontate, grazie anche a scenografie e costumi accurati.

Le donne narrate negli scatti sono Ol’ga Chochlova, Eva Gouel, Fernande Olivier, Marie-Thérèse Walter, Dora Maar, Françoise Gilot, Gaby Depeyre e Jacqueline Roque. Ciascuna di loro ha avuto una relazione con Picasso che in qualche caso si è risolta in maniera drammatica.

Alcune di loro erano artiste e donne affermate, altre solo giovani fanciulle all’oscuro della grandezza del pittore che amavano. Tutte bellissime, furono muse e modelle di Picasso, sue amanti, talvolta delle vittime. Le conosciamo una per una.

Fernande Olivier

Modella e artista, posò per molti grandi nomi dell’arte contemporanea fino al suo incontro con Picasso, che le proibì di posare per chiunque altro. Il suo amante la dipinse in moltissime opere e la loro fu una relazione turbolenta, gelosa e spesso violenta.

Eva Gouel

Al secolo Marcelle Humbert, era chiamata Eva da Picasso. Morì precocemente di tubercolosi lasciando il pittore nello sconforto.

Gaby Depeyre

Gaby si esibiva al cabaret e fu tanto sfacciata da dire di no ad una proposta di matrimonio di Picasso, mantenendo sempre una fiera indipendenza. Finì per sposare un altro uomo.

Ol’ga Chochlova

Di nobile famiglia nonché ballerina, sposò Picasso divenendo la sua prima moglie e dandogli un figlio. Morì sola e disperata dopo aver scoperto i frequenti tradimenti del marito.

Marie-Thérèse Walter

Giovanissima, ignorava tutto di Picasso e della sua fama. Dalla loro lunga relazione nacque una bambina, Maya. Si suicidò pochi anni dopo la scomparsa dell’amante.

Dora Maar

Dora si chiamava Henriette Theodora Marković, era una donna forte e indipendente, professione fotografa, spirito anticonformista. Fu lei a documentare la creazione di Guernica. Picasso la allontanò dalla fotografia per spingerla verso la pittura e da allora visse nella sua ombra, finendo per cadere in depressione. Preda di un esaurimento nervoso dopo che Picasso l’ebbe lasciata, fu ricoverata, subì diversi elettroshock e trovò rifugio nella religione.

Françoise Gilot

Pittrice, fu amante e musa ispiratrice di Picasso dal 1944 al 1953, dandogli anche due pigli, Claude e Paloma. Trovò il coraggio di lasciarlo dopo aver scoperto i suoi molti tradimenti e raccontò la vita con l’artista nel libro La mia vita con Picasso.

Jacqueline Roque

Sposò Picasso e divenne una delle muse più presenti nei suoi quadri. Lei aveva appena 26 anni, Picasso già 70. Morì suicida 13 anni dopo la morte del marito.

La mostra è esposta alla Galleria del Cembalo di Roma fino al 18 Giugno 2016.

Erin Heatherton

La modella Erin Heatherton denuncia: o dimagrisci o non sfili

Erin Heatherton

Faccenda mai troppo discussa, quella delle percezione del corpo femminile imposta dalla comunicazione pubblicitaria. Questa volta nell’occhio del ciclone c’è niente meno che Victoria’s Secret e uno dei suoi angeli, Erin Heatherton, che ha sfilato per il brand di lingerie americano per 5 anni e ha partecipato alla creazione dei cataloghi e delle campagne pubblicitarie.

La questione? Secondo la modella, che ha denunciato solo di recente l’accaduto, il marchio di lingerie le avrebbe chieso di dimagrire per gli ultimi due show. Una pressione costante, spiega la modella, a cui sulle prime ha reagito con incredulità. La stessa incredulità sorge spontanea anche a noi che non riusciamo a spiegarci come possano essere più belle e in forma di così le modelle di Victoria’s Secret.

Erin Heatherton ammette di aver ceduto alle pressioni cercando di perdere peso, allenandosi 2 volte al giorno e mangiando con molta cura, senza però riuscire a dimagrire ulteriormente:

“Ero molto depressa perché lavoravo duramente e avevo l’impressione che il mio corpo opponesse resistenza. Sono arrivata al punto in cui una sera, tornando a casa dalla palestra, mi sono ritrovata a guardare la mia cena e a pensare che forse non avrei dovuto mangiarla.”

La modella, arrivata a questo punto, ha trovato la forza di dire basta e lasciare la scuderia di Victoria’s Secret. Di recente ha parlato di questo episodio durante un’intervista e ha postato su Instagram una sua foto in perfetta forma mentre indossa una t-shirt che lancia il messaggio “Empowered by Failure” per dire alle donne che adesso è più forte di prima e che non combatte più con il suo corpo per essere perfetta in un modo innaturale. Un messaggio da cogliere e di cui fare tesoro.

“Mi sono resa conto che non potevo continuare a sfoggiare il mio corpo di fronte a tutte quelle donne che mi guardavano e far loro credere che fosse facile essere così.”

aborto

Condannata per aborto in Irlanda del Nord

aborto

Non per omicidio, né per droga o furto ma per aborto è stata condannata una donna di 21 anni da un tribunale irlandese per aver interrotto una gravidanza 2 anni fa. In Irlanda del Nord l’aborto è un reato secondo una legge vecchissima, risalente a 150 anni fa quando venne sancito come atto criminale dalla regina Vittoria.

Le donne che decidessero di abortire potevano essere imprigionate, anche quando fossero state vittima di violenza sessuale o fossero state appurate disabilità del feto, con l’unica circostanza attenuante della vita della madre in serio pericolo.

Contrariamente a questa legge vecchia e ancora in vigore, molte donne oggi sono a favore dell’aborto e secondo il Guardian, che riporta i dati di alcuni sondaggi sul tema, oltre due terzi delle donne in Irlanda del Nord sono favorevoli all’interruzione di gravidanza.

Il caso recente della condanna per aborto porta nuovamente all’attenzione una questione sociale molto sentita e assai dibattuta anche nei paesi che hanno legalizzato la pratica da molti decenni. La donna condannata ha abortito all’età di 19 anni perché non desiderava portare avanti la gravidanza ma non poteva permettersi un viaggio in Inghilterra per abortire. Lo ha fatto a casa, servendosi della pillola abortiva che era riuscita a procurarsi. A denunciarla alle autorità è stata la sua coinquilina e ciò ha portato all’arresto della donna, punita una sua scelta che è considerata una colpa. Anzi, un reato vero e proprio.

D’altronde le recenti esternazioni di Donald Trump a proposito dell’aborto e della necessità di punire le donne che lo praticano lasciano intendere che la questione è assai più bruciante di quanto non appaia, anche nei paesi che hanno superato da tempo la questione, almeno da un punto di vista legale.

Intanto le donne irlandesi che possono permetterselo si recano ad abortire in Inghilterra senza subire alcun procedimento penale e ciò crea una spaccatura profonda che annulla, di fatto, la possibilità di abortire per tutte le donne economicamente disagiate.

Photo Credits | a katz / Shutterstock.com