Ragazze rapite in Nigeria costrette a combattere

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È passato un anno da quando le ragazze rapite in Nigeria dalla scuola di Chibok sono cadute in mano a Boko Haram che le ha ridotte in schiavitù. Oggi Amnesty International denuncia: dal 2014 a oggi oltre 2000 donne e bambine sono state rapite, costrette alla schiavitù e addestrate a diventare combattenti per la causa degli stessi rapitori.

Con un rapporo dal titolo “Il regno del terrore di Boko haram” l’organizzazione internazionale denuncia i crimini di guerra e contro l’umanità che il gruppo armato nigeriano sta perpetrando nel nord-est della Nigeria dallo scorso anno.

I metodi sono brutali: arruolamento e forza e uccisioni sistematiche di uomini e bambini; donne e bambine rapite, stuprate, costrette a sposarsi o a partecipazione alle lotte armate contro gli stessi villaggi da cui provengono. Non ci sono differenze religiose che arrestino il terrore, continua il rapporto:

“Uomini e donne, bambini e bambine, cristiani e musulmani, sono stati uccisi, sequestrati e brutalizzati sotto il regno del terrore di Boko haram, che ha investito milioni di persone.”

Il rapimento delle 276 studentesse dalla scuola di Chibok, che aveva fatto il giro del mondo lo scorso Aprile 2014 grazie alla campagna #BringBackOurGirls, non è che una piccola percentuale della popolazione sottoposta al terrore in quelle aree.

Strazianti le testimonianze di chi è riuscito a fuggire dai campi di prigionia nelle zone più remote della Nigeria. Aisha è stata rapita a 19 anni nel settembre 2014, durante una festa di nozze, insieme alla sposa e alle rispettive sorelle. La settimana seguente le ragazze sono state costrette a sposare dei combattenti e a sottoporsi ad addestramento militare. Racconta:

“Spiegano come usare le armi. A me hanno insegnato a sparare, a usare le bombe e ad attaccare i villaggi. L’addestramento è durato tre settimane, poi hanno iniziato a mandarci in azione. Io ho preso parte a un attacco contro il mio villaggio.”

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