MARCO MANZO, IL TATUAGGIO D’AUTORE IN MOSTRA A ROMA

marcomanzo_tattoo_maxxi

Marco Manzo ha 47 anni e fa il tatuatore dal 1992. Quando intraprese questo percorso artistico e lavorativo, il settore non era ancora regolamentato.

Oggi Marco Manzo è anche un docente nei Corsi Professionali in materia di igiene sul lavoro e tecnica di tatuaggio e il suo studio sulla Cassia è ritenuto uno dei più tecnologici e all’avanguardia rispetto ai canoni di igiene e sicurezza.

Disegno e tecnica fanno di Manzo  il precursore dello stile ornamentale, maestro del tribale e del 3d, in grado di creare dei veri pezzi unici sulla pelle.

Non c’è da stupirsi che uno degli artisti più quotati dell’ambiente, vincitore di oltre 50 premi internazionali, sia arrivato in mostra al Museo Maxxi di Roma – in occasione dell’evento Alta Roma – con i suoi “tatuaggi merletto”: decori dagli intrecci delicati raffigurati su schiene e gambe delle modelle come fossero pizzi della più alta e raffinata lingerie.

I miei tattoo sottolineano le curve della silhouette, valorizzandone i punti forti e nascondendone i difetti, proprio come fa un abito fatto su misura da un bravo stilista.

Mi considero un sarto. È importante, infatti, studiare prima la figura femminile della cliente. Poi in base alla silhouette, la mia compagna Francesca realizza un disegno che io eseguo con gli aghi sulla pelle, nel punto dove si è deciso di fare il tatuaggio.

Il tempo impiegato per tatuare una schiena «varia dalla resistenza al dolore della cliente  dipende, dalle 35 ore alle 100. Se poi la cliente sopporta sedute di 5 sei ore, possiamo farlo in due mesi. Se resiste un’ora a seduta, ci metto un anno, spiega lo stesso Manzo.

La mostra di Marco Manzo è l’ennesima testimonianza di come i tatuaggi siano ormai parte della nostra cultura. Tatuaggi come Arte, quindi, da poter osservare anche al Museo, che impreziosiscono e valorizzano il nostro stesso corpo.

Foto | Marco Manzo Facebook

Fonte | Dagospia

 

Lascia un commento