Gravidanza e parto: ogni giorno muoiono 830 donne

 

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Ogni giorno, dice l’Organizzazione mondiale della sanità, 830 donne muoiono durante la gravidanza o dopo il parto. In Italia, però, c’è da preoccuparsi poco perché il nostro Paese figura tra quelli con il tasso di mortalità più basso. L’obiettivo “zero” può essere perseguito ma bisogna impegnarsi ancora. 

Esiste nel nostro Paese un sistema di sorveglianza che controlla la gravidanza e il parto delle donne italiane. A controllare il tutto c’è la dottoressa Serena Donati che viene informata della morte delle donne incinte, delle partorienti o di quelle che per una serie di complicazioni, perdono la vita a distanza di 42 ore dal parto.

Una volta registrati i decessi si cerca di analizzarne le cause. Si cerca di capire cosa non ha funzionato e si cerca di collaborare per correggere gli errori insieme all’equipe medica. L’Italia, dove i decessi legati a parto e gravidanza sono 4 su 100.000 nascite, è un modello di riferimento a livello mondiale.

Le aree in via di sviluppo sono quelle in cui i tassi di mortalità delle donne incinte e partorienti sono più elevanti. Anche se la situazione è notevolmente migliorata, sembra si possa fare davvero di più. In primo luogo intervenendo sulle cause dirette del decesso, ovvero sulle complicanze che sopraggiungono al momento del parto, oppure sulle cause indirette, quali la presenza di malattie in gravidanza non diagnosticate o mal seguite come cardiopatie e obesità.

La sorveglianza, in alcune regioni come il Piemonte, va molto oltre con i consigli specifici per le donne incinte che ad esempio:

  1. Devono sempre usare la cintura di sicurezza che non è dannosa per il pancione,
  2. Non devono vaccinarsi contro l’influenza,
  3. Devono affidarsi alla procreazione medicalmente assistita soltanto se necessario.

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