Come si usa il sondino rettale per neonati

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I rimedi alla stitichezza degli adulti li conosciamo benissimo e tutto procede per il meglio visto che  abbiamo a che fare con un apparato digerente formato che magari, in alcuni giorni, smette di funzionare nel modo corretto. Quando invece la stitichezza colpisce i bambini, talvolta è necessario procedere anche con l’uso del sondino rettale.

Bisognerebbe fare una premessa rispetto alla stitichezza. I pediatri spiegano e rispiegano ai genitori che un bambino può dirsi stitico soltanto dopo 4 giorni che non evacua. Nelle prime due settimane di vita, in genere, non ci sono problemi perché i bambini che stanno imparando a regolare la digestione, vanno di corpo ogni volta che mangiano. I problemi, spesso, arrivano dopo, anche alla soglia del mese di vita.

Iniziano le coliche, il bambino ha problemi con il gas che ha nel pancino e non riesce a liberarsi, non ce la fa a fare la cacca. Naturalmente ci sono i rimedi di una volta che arrivano in soccorso delle mamme: massaggi sulla pancia, tanto calore e qualche posizione che agevola l’espulsione della cacca.

Ma se dopo il quarto giorno, ogni rimedio provato, davvero non funziona? Per il gas, quindi per l’aria nella pancia, insomma per far fare le puzzette al neonato, ci sono i rimedi farmacologici, come il carbone vegetale anche in gocce, che assorbe il gas e aiuta il bambino a liberarsene facilmente.

Ma per la cacca il discorso cambia e il rimedio suggerito è il sondino rettale. Un tubicino di plastica molto morbida che va inserito per qualche centimetro (non più di due o tre), nel retto del bambino dopo un’opportuna e ampia lubrificazione. Muovendo il sondino con delicatezza si stimola l’espulsione delle feci. L’operazione andrebbe fatta soltanto in casi estremi al fine non impigrire l’intestino del bambino. In fondo è ancora molto piccolo e deve imparare a coordinare tutti gli aspetti della digestione. Se poi c’è anche un po’ di timore nell’usare questo strumento, il consiglio è di farsi aiutare dal pediatra.

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