Maria Luisa Spaziani, l’ultima grande poetessa italiana

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Maria Luisa Spaziani, l’ultima grande poetessa italiana, è scomparsa a Roma all’età di 91 anni lo scorso 30 giugno.

Nasce a Torino il 7 dicembre del 1922. Suo padre è un industriale dolciario e la famiglia è benestante. A diciannove anni, ancora non laureata in Lingue, dirige una piccola rivista – Il Girasole che poi cambierà nome in Il Dado – che le consente di entrare in contatto con Umberto Saba, Sandro Penna, Leonardo Sinisgalli, dei quali pubblica numerosi inediti. Discute la tesi in letteratura francese con Ferdinando Neri su Marcel Proust. Fa diversi soggiorni a Parigi – che considera come una seconda casa – prima di vivere a Milano e poi stabilirsi a Roma.

Nel 1949 conosce Eugenio Montale durante una conferenza del poeta al Teatro Carignano di Torino, incontro che fa nascere tra i due un sodalizio intellettuale e una strettissima amicizia, testimoniata da 360 lettere del poeta e dal volume di scritti autobiografici della stessa Spaziani ”Montale e la Volpe” uscito nel 2011. Il rapporto con Montale diviene, però, una forte passione, nonostante il fidanzamento della Spaziani con Elémire Zolla, con cui sarà sposata dal 1958 al 1960.

C’era una forte suggestione da parte mia. Quanto a lui (Eugenio Montale) credo, fosse ben più coinvolto. E comunque la nostra fu una forma di unione che non saprei definire», ha detto un anno fa in un’intervista su Repubblica, aggiungendo: «Tutti e tre sapevamo. E il saperlo non creò complicazioni. Almeno fino al momento in cui decisi di trasferirmi a Roma per raggiungere Zolla. Eugenio si disperò. Cominciò a dire che gli avevo rovinato la vita. Ma lui era legatissimo alla “Mosca”, il soprannome che aveva dato a Drusilla Tanzi.

Nel 1954 esce per Mondadori, nella prestigiosa collana «Lo Specchio», Le acque del Sabato. Nel 1959 pubblica l’originale raccolta Luna lombarda, a cui fa seguito l’assunzione come docente dell’Università di Messina.

Sempre più numerose le pubblicazioni negli anni: L’occhio del ciclone (1970), Transito con catene (1977), Geometria del disordine (1981 – Premio Viareggio), I fasti dell’ortica (1996), La luna è già alta (2006), per citare i titoli principali. Non bisogna dimenticare i testi drammaturgici, i saggi di letteratura francese (dedicati tra l’altro a Proust, Ronsard e Racine, tante traduzioni dal francese, di classici, ma soprattutto di letteratura contemporanea, da Toulet alla Yourcenar, da Gide a Tournier) e il poema teatrale Giovanna d’Arco del 1990.

Nel 2002 pubblica una raccolta di poesie d’amore La traversata dell’oasi in cui ripropone versi vecchi e nuovi legati alle sue esperienze sentimentali di anni diversi.

Diventerà una presenza fondamentale della vita culturale italiana. Dal 1982 prende l’incarico di presidente – dopo averlo fondato nel 1978 – del Centro Internazionale Eugenio Montale (ora Universitas Montaliana) e del Premio Montale di poesia.

Candidata due volte al Nobel per la Letteratura, nel 2012 è coronata, al compimento dei suoi novant’anni, dai prestigiosi “Meridiani” di Mondadori, curato da Paolo Lagazzi.

Maria Luisa Spaziani è un artista fondamentale per le relazioni intellettuali di tutto il mondo: da Montale a Ezra Pound, da Pablo Picasso a Ingeborg Bachmann, da Jorge Luis Borges a Vasco Pratolini. Lei è stata un punto di riferimento per tutti.

Il critico Luigi Baldacci parla nei suoi confronti di “una poesia con la coscienza di dire cose brucianti e private e di poterle dire solo attraverso un materiale di riporto, attraverso cioè il recupero di un linguaggio che, mentre dà compiuta espressione al sentimento, lo proietta come riverbero su un cielo lontano: quello di una classicità godibile di per se stessa, prima che per il messaggio”.

Una voce altissima del Nostro Novecento che mancherà a tutti.

Foto| improntalaquila.org

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