Feti nelle bottiglie, la campagna contro l’uso di alcool in gravidanza

Come l’anno scorso, a settembre, si celebra la Giornata internazionale della sindrome feto-alcolica e disturbi correlati, lanciata dall’European FASD Alliance. La campagna si chiama Too young to drink ed è stata realizzata da Fabrica per sensibilizzare le donne.

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Il fatto è che molte mamme, alla prima gravidanza, sono attentissime a non consumare bevande e cibi che possono risultare nocivi per i bambini. Ma già quando si è alla seconda o terza gravidanza e si ha più confidenza con lo stato interessante, ci si concede qualche vizio in più, tra cui anche un po’ di alcool. Se si tratta di pochi bicchieri in nove mesi, alcuni medici sono tolleranti ma le donne che non hanno digerito i cambiamenti legati alla maternità, potrebbero ritrovarsi ad alzare il gomito.

Ecco allora una serie di possibili ragioni di questa campagna che cerca di far capire alle donne che bere quando si è incinte, può determinare l’aborto e può provare una serie di disturbi dell’apprendimento e malformazioni nel bambino. L’unica soluzione è non bere affatto.

Se state pensano che non è una cosa che vi riguarda, allora è necessario dare un’occhiata alle statistiche che offrono un quadro allarmante rispetto all’alcool in gravidanza: sono colpiti da sindrome feto-alcolica 2 bambini su 100 in Europa e 1 bambino su 100 negli USA.

Sul sito Eufasd è disponibile un documento che indaga sui motivi per cui le donne bevono in gravidanza ed è uno strumento utile per chi crede di essere al riparo da questi problemi:

1. le donne non sanno di essere incinte perché non avevano pianificato la gravidanza
2. molto donne ritengono, incoraggiate anche dai medici, che bere poco non sia nocivo
3. alcuni articoli online dicono addirittura che bere alcool possa fare bene (la birra fa il latte, tanto per dirne una)
4. la donna incinta potrebbe essere già alcolizzata
5. i messaggi pubblicitari diffusi sull’alcol sono diversi

Prima di punire le donne che bevono bisogna capire perché lo fanno e aiutarle a smettere senza che si nascondano dai giudizi e dai consigli. Contrapporsi loro potrebbe far male ai bambini.

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