I film italiani che hanno vinto il Festival di Venezia

Venice Film Festival

Il 27 agosto si è aperta Venezia 71, la 71esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si svolge nello storico Palazzo del Cinema del Lido, sotto la direzione di Alberto Barbera.

Il festival di Venezia è il più antico del mondo. Infatti, la prima edizione del festival risale al 1932. Quest’anno ci sono tre film italiani in concorso – Anime Nere, Hungry Herts e Il Giovane Favoloso – e sono numerosi anche quelli che concorrono nella Sezione Orizzonti. Ma quali sono stati i film italiani che negli anni hanno vinto il prestigioso Leone D’Oro? E quanti in tutto?

L’Italia ha vinto 11 Leoni D’Oro ex aequo con la Francia; i film, elencati secondo un ordine cronologico, sono:

1. Giuletta e Romeo, di Renato Castellani (1954) con interpreti principali Laurence Harvey e Susan Shentall.L’opera di Castellani rispecchia fedelmente lo svolgersi degli avvenimenti del dramma shakespeariano.

2. La Grande Guerra di Mario Monicelli (1959) con Alberto Sordi e Vittorio Gassman. È considerato uno dei migliori film italiani sulla guerra e uno dei capolavori della storia del cinema. Vincitore del Leone D’Oro ex aequo con Il Generale della Rovere di Roberto  Rossellini, fu nominato all’ Oscar come miglior pellicola straniera. Si aggiudicò inoltre tre David di Donatello e due Nastri d’Argento. Ottenne un enorme successo anche all’estero, soprattutto in Francia.

3. Il Generale della Rovere di Roberto Rossellini (1959) con Vittorio De Sica. E’ realizzato su un soggetto di Indro Montanelli, dalla rielaborazione del quale prese forma l’omonimo romanzo.

4. Cronaca Familiare di Valerio Zurlini (1962), tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Vasco Pratolini, con Marcello Mastroianni e Jacques Perrin.

5. Le mani sulla città di Francesco Rosi (1963) con Rod Steiger. E’ un film che affronta un tema drammatico di impegno civile e di denuncia spietata contro corruzione e la speculazione edilizia degli anni sessanta.

6. Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni (1964), con Monica Vitti e Richard Harris. Il film racconta la storia di Giuliana, una moglie depressa e tormentata. La donna vive un senso di insoddisfazione e di inadeguatezza, che la spingono sulla’ orlo del suicidio, complici l’assenza del marito e l’alienazione di una modernità priva di significato autentico. Come nei tre precedenti film con Monica Vitti, questo nono film di Antonioni – il suo primo a colori – mostra come “la donna sia l’antenna più sensibile di una nevrosi comune nel contesto della società dei consumi e della natura inquinata”.

7. Vaghe stelle dell’Orsa di Luchino Visconti (1965), con Claudia Cardinale e Jean Sorel. Narra la storia di Sandra, che accompagnata dal marito Andrew, torna nella città natale di Volterra per donare al comune un parco da intitolare al padre, uno scienziato ebreo morto in un campo di concentramento. Il titolo è l’incipit di Le ricordanze, uno dei canti di Giacomo Leopardi.

8.La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo (1966), con Brahim Haggiag e Jean Martin. Il film ha acquisito valore di un’opera di testimonianza e di rivisitazione dei fatti storici contemporanei. La pellicola è interamente ambientata ad Algeri durante la guerra d’Algeria (1954-1962) ed è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare. Le musiche sono del maestro Ennio Morricone.

9. La leggenda del santo bevitore di Ermanno Olmi (1988) con Rutger Hauer. La pellicola è tratta dal racconto omonimo e autobiografico di Joseph Roth. Sotto i ponti della Senna uno sconosciuto benefattore dona ad Andreas Kartack, ex minatore senzatetto, 200 franchi. Andreas, che tiene al proprio onore, vuole sdebitarsi. Il distinto signore chiede, allora, che il “prestito” venga restituito alla Santa Teresa di Lisieux, a cui egli è devoto, indicando una chiesa in cui si trova la sua statua.
Per la parte principale fu contattato Robert de Niro, che però non si dimostrò convinto dal progetto.

10. Così ridevano di Gianni Amelio (1998) con Enrico Lo Verso e Francesco Giuffrida. Le vicende si svolgono nell’arco di sette anni (dal 1958 al 1964) in una Torino caratterizzata dalla discriminazione nei confronti dei meridionali. Il protagonista Giovanni, operaio siculo ed analfabeta, dopo aver raggiunto il fratello minore Pietro a Torino, cerca in tutti i modi di avviare quest’ultimo allo studio, affinché possa ottenere il diploma di maestro.

11. Sacro GRA di Gianfranco Rosi (2013) ed è stato il primo documentario ad aggiudicarsi il massimo riconoscimento nei settant’anni di storia del festival veneziano. Il film narra scene di vita reale che si svolgono lungo il Grande Raccordo Anulare, l’anello autostradale che circonda Roma. Il regista presenta la storia di persone comune, senza commenti esterni.

Foto | rai.it

Venezia 71, torna la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

festival-venezia-2014

Il 27 agosto si è aperta la 71esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Festival cinematografico più antico del mondo che si svolge nello storico Palazzo del Cinema del Lido di Venezia, sotto la direzione di Alberto Barbera.

L’evento, che terminerà sabato 6 settembre, vede tre italiani in concorso: Mario Martone con Il Giovane Favoloso, interpretato da Elio Germano e Michele Riondino; Saverio Costanzo con Hungry Herts, che vede come protagonista Alba Rohrwacher; Francesco Munzi con Anime Nere, interpretato da Marco Leonardi e Peppino Mazzotta.

Il taglio del nastro è spettato ad Alejandro Iñárritu con il suo Birdman or The Unespected Virtue of Ignorance (in concorso), pellicola surreale che ha portato in laguna tanti volti noti, come Michael Keaton, Emma Stone, Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan, e Naomi Watts.

Birdman racconta la storia di un ex stella del blockbuster hollywoodiano, che va a Broadway per cercare di salvare la sua carriera e reinventare la sua immagine con una pièce scritta, diretta e interpretata da lui stesso. Nei giorni che precedono la prima, però, l’attore combatte il suo ego e cerca di conciliare la famiglia, la carriera e se stesso.

Durante la seconda giornata di Venezia 71 è stato presentato il primo film italiano in concorso nella sezione Orizzonti: La vita oscena di Renato de Maria, con Isabella Ferrari, Clement Metayer e Roberto De Francesco, prodotto da Riccardo Scamarcio. La pellicola racconta la storia di un poeta adolescente Andrea, che assiste improvvisamente alla scomparsa della famiglia, prima della madre per un tumore e poi del padre. Andrea si perde e tocca il fondo, ma capisce che proprio la scrittura della sua storia in un nuovo libro, potrà salvarlo.

Tanti i film fuori concorso, come La Trattativa di Sabina Guzzanti, Italy in a day – Un giorno da italiani di Gabriele Salvatores, Huangjin shidai (The golden era) di Ann Hui scelto come film di chiusura della kermesse, e She’s funny that way di Peter Bogdanovich. Proprio quest’ultimo è stato proiettato il terzo giorno, con un’accoglienza molto calorosa sia in sala che in conferenza stanza. Il film racconta la storia di una escort, Isabella Patterson (Imogen Poots) il cui sogno è fare l’attrice e fatalmente incontra, per ragioni professionali, un regista di teatro Arnold Albertson (Owen Wilson) che le offre 30 mila dollari per cambiare vita e coronare il suo sogno.

Il periodo d’oro di Hollywood, quello dei film di John Ford, Ernest Lubitsch, Howard Hawks è finito. Non voglio mordere la mano che non mi dà da mangiare ma il cinema americano vive un periodo di decadenza, dove si fanno solo prequel, sequel, remake, fumettoni e cartoni animati. L’unica domanda che ci si fa è come fare 300 milioni di dollari il primo weekend.

Scherza così Bogdanovich in conferenza stampa, specificando che ha potuto realizzare il film grazie ai due produttori Wes Anderson e Noah Baumbach.

Cast di She’s funny that way

She’s funny that way _Peter Bogdanovich.

QUESTI I FILM PROIETTATI IN OGNI SEZIONE:

Concorso internazionale di lungometraggi in prima mondiale


THE CUT di Fatih Akin

EN DUVA SATT PÅ EN GREN OCH FUNDERADE PÅ TILLVARON (A PIGEON SAT ON A BRANCH REFLECTING ON EXISTENCE) di Roy Andersson

99 HOMES di Ramin Bahrani

GHESSEHA (TALES) di Rakhshan Bani E’temad

LA RANÇON DE LA GLOIRE di Xavier Beauvois

HUNGRY HEARTS di Saverio Costanzo

LE DERNIER COUP DE MARTEAU di Alix Delaporte

PASOLINI di Abel Ferrara

MANGLEHORN di David Gordon Green

BIRDMAN di Alejandro González Iñárritu (Film d’apertura)

3 COEURS di Benoît Jacquot

BELYE NOCHI POCHTALONA ALEKSEYA TRYAPITSYNA (THE POSTMAN’S WHITE NIGHTS) di Andrei Konchalovsky

IL GIOVANE FAVOLOSO di Mario Martone

SIVAS di Kaan Müjdeci

ANIME NERE di Francesco Munzi

GOOD KILL di Andrew Niccol

LOIN DES HOMMES di David Oelhoffen

THE LOOK OF SILENCE di Joshua Oppenheimer

NOBI (FIRES ON THE PLAIN) di Shinya Tsukamoto

CHUANGRU ZHE (RED AMNESIA) di Xiaoshuai Wang

 

Fuori Concorso:

WORDS WITH GODS di Guillermo Arriaga, Emir Kusturica, Amos Gitai, Mira Nair, Warwick Thornton, Hector Babenco, Bahman Ghobadi, Hideo Nakata, Álex De La Iglesia

SHE’S FUNNY THAT WAY di Peter Bogdanovich

QIN’ AI DE (DEAREST) di Peter Ho-Sun Chan

OLIVE KITTERIDGE di Lisa Cholodenko

BURYING THE EX di Joe Dante

PEREZ. di Edoardo De Angelis

LA ZUPPA DEL DEMONIO di Davide Ferrario

THE SOUND AND THE FURY di James Franco

TSILI di Amos Gitai

LA TRATTATIVA di Sabina Guzzanti

HUANGJIN SHIDAI (THE GOLDEN ERA) di Ann Hui (Film di chiusura)

HWAJANG (MAKE-UP) di Kwontaek Im

THE HUMBLING di Barry Levinson

O VELHO DO RESTELO (THE OLD MAN OF BELEM) di Manoel De Oliveira

ITALY IN A DAY – UN GIORNO DA ITALIANI di Gabriele Salvatores

IM KELLER (IN THE BASEMENT) di Ulrich Seidl

THE BOXTROLLS di Anthony Stacchi E Annable Graham

NYMPHOMANIAC VOLUME II (LONG VERSION) DIRECTOR’S CUT di Lars Von Trier

 

Orizzonti:

THEEB di Naji Abu Nowar

KREDITIS LIMITI (LINE OF CREDIT) di Salome Alexi

SENZA NESSUNA PIETÀ di Michele Alhaique

CYMBELINE di Michael Almereyda

LA BAMBINA (BACHE) di Ali Asgari

IO STO CON LA SPOSA di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry

LIFT YOU UP di Ramin Bahrani

FERDINAND KNAPP di Andrea Baldini

DA SHU (GREAT HEAT) di Tao Chen

LA VITA OSCENA di Renato De Maria

NEAR DEATH EXPERIENCE di Benoît Delépine, Gustave Kervern

RÉALITÉ di Quentin Dupieux

ICH SEH / ICH SEH (GOODNIGHT MOMMY) di Veronika Franz, Severin Fiala

MADEMOISELLE di Guillame Gouix

CASTILLO Y EL ARMADO di Pedro Harres

JAYUEUI ONDUK (HILL OF FREEDOM) di Sangsoo Hong

BYPASS di Duane Hopkins

PAT – LEHEM (DAILY BREAD) di Idan Hubel

THE PRESIDENT di Mohsen Makhmalbaf (Film d’apertura)

YOUR RIGHT MIND di Ami Canaan Mann

BELLUSCONE, UNA STORIA SICILIANA di Franco Maresco

L’ATTESA DEL MAGGIO di Simone Massi

NABAT di Elchin Musaoglu

3/105 di Avelina Prat, Diego Opazo

HEAVEN KNOWS WHAT di Josh Safdie, Ben Safdie

MARYAM di Sidi Saleh

ARTA (ART) di Adrian Sitaru

TAKVA SU PRAVILA (THESE ARE THE RULES) di Ognjen Svilicic

ERA APOCRYPHA di Brendan Sweeny

COURT di Chaitanya Tamhane

CAMS di Carl-Johan Westregård

FI AL WAQT AL DAE’A (IN OVERTIME) di Ramin Yasin

 

Foto| Getty images, Labiennale.com

Gli omicidi nei film di Quentin Tarantino

Quentin-Tarantino

Quentin Tarantino è un regista, sceneggiatore, attore e produttore statunitense. Per essere più sintetici potremmo definirlo semplicemente un genio, il Mozart dei nostri tempi.

Tutti amano i suoi film e nell’ultimo periodo si parla molto di The Hateful Eight, la nuova pellicola tarantiniana in uscita nei primi mesi del 2015.

I punti di forza del regista sono sicuramente tre: una regia maestosa che conferma una ricerca accurata dell’estetica del regista, e rende omaggio alle tecniche dei grandi cineasti del passato, rivisitandoli e adattandoli alle sue storie; una sceneggiatura originale dove trionfa il suo umorismo nero, costellato da dialoghi surreali e battute forti che gli hanno permesso la vittoria di ben due premi Oscar per la sceneggiatura (Pulp Fiction e Django Unchained); infine, la soundtrack sempre accurata e originale, che accompagna e mette in risalto quanto accade nel film, come una narrazione nella narrazione (non a caso è un grande appassionato dei film di Sergio Leone).

Per tutti questi motivi, sono sempre più frequenti gli omaggi resi al regista e alle sue opere. Per ultimo, quello originale e molto emozionante del regista spagnolo Jaume Lloret che ha pubblicato su Vimeo un montaggio di tutti gli omicidi contenuti nei film diretti da Quentin Tarantino. Le sequenze dei film sono montate in ordine cronologico e la colonna sonora del video è la canzone Didn’t I (Blow your mind this time)  dei The Delfonics, 1970.

Omaggio di Jaume Lloret a  Quentin Tarantino

[vimeo 103437672 w=500 h=281]

Fonte| Il Post

Foto | blog.ivid.it

Louvre, British Museum e Metropolitan Museum, tra i 10 musei più visitati nel 2013

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The Art Newspaper, il mensile inglese dedicato all’Arte, ha da poco stilato la classifica dei musei più visitati nel 2013. Al primo posto regna incontrastato il Louvre con 9,7 milioni di visitatori, con un calo di 400 mila ingressi rispetto l’anno precedente. Secondo posto per il British Museum con 6,7 milioni di visitatori che ha superato il Metropolitan Museum di New York ora in terza posizione con 6,2 milioni di visite ma in continua crescita.

Nel 2013 è stata Londra ad imporsi come capitale culturale con ben quattro musei in top ten; oltre al British, ci sono la National Gallery con 6 milioni di visitatori, il Natural History Museum con 5,3 milioni di ingressi e la Tate Modern con 4,8 milioni, in discesa rispetto l’anno precedente per via dei lavori.

Non è da meno Parigi con altri due musei in classifica: il Musée D’Orsay in nona posizione e il Centre Pompidou in decima.

Per quanto riguarda l’Italia, esclusi i Musei Vaticani che sono  “extra- territoriali” e si trovano in quinta posizione, abbiamo sei i musei nella classifica dei primi 100 musei del mondo. Fatta eccezione della Reggia di Venaria e di Palazzo Pitti che hanno guadagnato una posizione, gli altri restano invariati: Uffizi con 1,8 milioni di visitatori (al primo posto dei più visitati in Italia), seguito da Palazzo Ducale di Venezia, Gallerie dell’Accademia di Firenze e Castel Sant’Angelo.

L’unico museo non è europeo in classifica è il National Palace Museum di Tapei in Tawain.

 

Classifica

  1.  Louvre, Parigi
  2.  British Museum , Londra
  3.  Metropolitan Museum, New York
  4.  National Gallery, Londra
  5.  Musei Vaticani, Città del Vaticano
  6.  Natural History Museum, Londra
  7.  Tate Modern, Londra
  8.  National Palace Museum, Tapei
  9.  Museo D’Orsay, Parigi
  10.  Centre Pompidou, Parigi

Foto| times.co.uk, advisortravelguide.com, smartweek.it

British Museum, Londra

British-Museum-interno

Metropolitan Museum, New York

Metropolitan-Museum

 

 

Marilyn Monroe in mostra alla Galleria ONO di Senigallia ad Agosto

Marilyn-Monroe_George Barris

Il 5 agosto 1962 moriva Norma Jeane Mortenson, in arte Marilyn Monroe, e il Summer Jamboree, festival sulla cultura americana degli anni ’40 e ’50 in corso a Senigallia, le dedica una mostra per celebrare il mito e la bellezza senza tempo di questa grande Donna e Artista.

L’Associazione Culturale Summer Jamboree in collaborazione con la Galleria ONO Arte Contemporanea presenta Marilyn in white, una mostra dedicata a una delle più importanti leggende del cinema. La mostra celebrerà il sessantenario dello shooting di George Barris, tratto da uno dei suoi più celebri film Quando la moglie è in vacanza, diretto da Billy Wilder.

Marilyn Monroe è molto più che una semplice icona. E’ un personaggio ben radicato nel nostro immaginario collettivo, un personaggio che interpretava indossando la più celebre tra le maschere di seduzione da lei stessa creato. La donna bionda per eccellenza ma che di biondo non aveva nulla; la donna che aveva osato tanto, forse troppo e che si era spinta oltre ogni limite: “Se avessi rispettato tutte le regole, non sarei arrivata da nessuno parte”. Ed infine, la donna e artista con un’insicurezza cronica che la portava a raggiungere una perfezione recitativa che non aveva nulla da invidiare alle sue celebri colleghe del tempo. Nel 1953 avvenne la definitiva consacrazione nel mondo del Cinema con il film Niagara, Gli uomini preferiscono le bionde, Come sposare un milionario, La magnifica preda, Quando la moglie è in vacanza e A qualcuno piace caldo, solo per citarne alcuni.

Marilyn è considerata la donna più bella di sempre, ma è anche stata tra le più infelici. Credeva di poter giungere alla felicità tanto bramata con il matrimonio. Si sposò tre volte ed ebbe numerose relazioni con protagonisti dello showbiz: James Dougherty, Joe Di Maggio, Frank Sinatra, Arthur Miller, John Fitzgerald Kennedy e Robert Kennedy. Neanche questi rapporti riuscirono a completare la sua esistenza e regalarle serenità.

Morì a trentasei anni nella sua abitazione di Los Angeles. Le circostanze della sua morte prematura, dovuta a un’overdose di barbiturici, sono state oggetto di congetture, sebbene il suo decesso sia ufficialmente classificato come “probabile suicidio”. Il fatto che siano sparite tracce e documenti dalla casa dell’attrice, oltre le numerose omissioni e incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni, ha dato adito a tanti dubbi sugli eventi verificatesi quel 5 agosto del 1962, che ha segnato l’epilogo di una stella ma la nascita di un mito.

Sarà possibile visitare gratuitamente Marilyn in white, la mostra celebrativa dedicata alla vera ed unica icona della cultura pop, durante tutto il mese d’Agosto: dal martedì al sabato ore 10.00-13.00, 15.00-21.30 e la domenica ore 16.00 – 21.00.

Per ulteriori informazioni, potete visitare il sito onoarte.com.

Foto| George Barris copyright

We –Women for Expo, concorso per start-up e progetti al femminile

we women for expo

Expo Milano 2015 è un’Esposizione Universale che sarà caratterizzata da elementi innovativi e del tutto inediti. La rassegna espositiva durerà 184 giorni (dal 1 maggio al 31 ottobre 2015) con più di 130 partecipanti e un sito espositivo sviluppato su una superficie di un milione di metri quadri per ospitare più di 20 milioni di visitatori previsti.

L’Italia, candidando Milano per ospitare l’Esposizione Universale, ha scelto il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, che permetterà il confronto con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra e si porrà come un momento di vero dialogo per tutte le comunità internazionali partecipanti.

In questo contesto, saranno le donne a rivestire un ruolo fondamentale, perché considerate un essenziale motore di crescita e di cambiamento per tutto il mondo. Infatti, è proprio a loro che Expo Milano 2015 ha dedicato WE- Women for Expo, l’iniziativa lanciata in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.

WE-Women for Expo è un network di donne di tutto il mondo, interessate ai temi dell’alimentazione. L’obiettivo è coinvolgere le donne che abitano i Paesi dell’Expo: artiste, scienziate, donne dello spettacolo e della società civile, rappresentanti di ONG e donne comuni di ogni continente.

Con questa iniziativa si richiederà di esprimersi sul cibo attraverso la condivisione simbolica di una ricetta per la vita, ossia il racconto di un piatto di particolare valore emotivo che sia soprattutto il racconto di una storia.

L’idea è quella di dar vita ad una cooperazione tra le donne dei diversi Paesi, così da permettere un confronto sul futuro per le prossime generazioni in termini di sostenibilità e nutrimento.

L’Italia ha deciso così di offrire un’occasione concreta alle donne per essere le vere protagoniste di uno sviluppo pienamente sostenibile all’interno del più importante appuntamento internazionale del prossimo anno.

Padiglione Italia svilupperà il progetto internazionale WE-Women for Expo attraverso due concorsi rivolti al mondo femminile:

  1. Progetti delle donne – Concorso per la presentazione di idee di startup al femminile
  2. Progetti per le donne – Concorso per progetti già realizzati dedicati alle donne

Per ulteriori informazioni potete visitare il sito: wepadiglioneitalia.ideatre60.it

Foto| We-Women for Expo Facebook

Lady Gaga, un album swing con Tony Bennett per la rinascita

Lady Gaga Tony Bennett

E’ tempo di rinascere e Lady Gaga lo sa, o almeno lo spera. Il disco ARTPOP, un vero flop, è stato ribattezzato da molti ARTFLOP.

Ha venduto “solo” 258.000 copie nella settimana di debutto, cifre simili ad altre sue colleghe come Miley Cyrus (Bangerz, 270.000) e Katy Perry (Prism, 286.000), ma il punto è un altro: Lady Gaga non è come le altre popstar. Lady Gaga è la rivale numero 1 di Madonna, colei che nel 2011 vendette 1.100.000 copie di Born This Way nella settimana di debutto. E quindi, qual è il motivo del forte down?

Secondo l’esperto di Pitchfork, la Interscope avrebbe dovuto prevederlo basandosi sulla regola AC/DC: la prima settimana di vendite si riferisce in realtà al sentimento della gente non nei confronti di quell’album, ma dei precedenti. Ecco spiegato il successo di Born This Way, un successo imputabile in realtà a The Fame. Born This Way ha avuto una vita meno impressionante rispetto a The Fame: poche hit, vendite mediocri, un cambio di immagine che a tanti fan non è piaciuto . Tutto questo si è riversato nelle vendite di Artpop.

Ad ogni modo, qualsiasi specialista del settore affermerà che il più grande difetto di ARTPOP è la carenza di hit, vero punto di forza della pop star.

Lady Gaga ha deciso di guardare avanti e di rimettersi in gioco a meno di un anno dal precedente lavoro. Così Miss Germanotta, che ricordiamo farà tappa a Milano per un unico concerto in Italia durante il suo Tour Mondiale, ci riprova con lo swing e per farlo ha collaborato con Mister Tony Bennett, crooner americano tra i più grandi viventi.

Il 23 settembre, infatti, uscirà Cheek to Cheek, album realizzato in un anno e ricco di classici jazz cantati in duetto da Lady Gaga e il signor Bennett, oltre a delle interpretazioni soliste.

I due artisti si incontrarono nel 2011 durante una cena di Gala a New York; in quell’ occasione Bennett chiese a Gaga di cantare insieme un brano per Duets 2:  Lady is a Tramp . Così è nata la collaborazione – poi amicizia – tra i due artisti, che ha permesso la realizzazione del disco in uscita, anticipato dal singolo Anything Goes (in video).

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=Fg1meK-IgOM]

The Beatles, un nuovo documentario diretto dal premio Oscar Ron Howard

beatles

Sono emozionato e onorato di lavorare con Apple e il team della White Horse all’incredibile storia di questi quattro ragazzi che hanno sconvolto il mondo nel 1964. Sono sempre stato un loro fan.

Questa la dichiarazione di Ron Howard dopo che la notizia, rilasciata dalla stessa Apple, ha fatto il giro di tutto il mondo.

Non si conosce ancora il titolo del documentario, mentre sappiamo perfettamente che sarà incentrato sugli inizi della carriera dei Beatles, periodo in cui furono impegnati in numerosi live per tutto il mondo: 166 concerti, 90 città e 16 differenti nazioni.

Prodotto dalla White Horse Pictures e Imagine Entertainment per conto dell’ Apple, il documentario avrà la piena collaborazione di Paul McCartney, Ringo Starr, Yoko Ono Lennon e Olivia Harrison. Proprio Paul McCartney e Ringo Starr hanno scelto il premio Oscar Ron Howard per la regia del docu-film.

Il nuovo progetto cinematografico dedicato alla band di Liverpool è l’ennesima conferma di come la Beatlesmania resti un fenomeno inarrestabile. Infatti, solo quest’anno è stato proiettato nuovamente al cinema, a cinquant’anni dall’uscita, A Hard Day’s Night- Tutti per uno di Richard Lester, il primo film dedicato alla band, ed è uscito, inoltre, Freda- La segretaria dei Beatles, il film diretto da Ryan White che racconta la storia di Freda Kelly, la donna che gestiva il loro fan club.

I fan dei Fab Four dovranno aspettare la fine del prossimo anno per l’uscita del nuovo tributo dedicato alla band che ha segnato la storia della Musica.

Foto| Rollingstone.com