Non serve usare i numeri 3341051030 e 800137079 per cani abbandonati

Bisogna convincersi una buona volta che i numeri 3341051030 e 800137079 per cani abbandonati non siano efficaci. Anche quest’anno, infatti, circola la catena di cui vi parliamo da anni. Nel 2021, infatti, il nostro ultimo pezzo a tema, ma l’archivio del web è assolutamente pieno di articoli simili, a testimonianza del fatto che ogni anno, ad inizio luglio, qualcuno decide di alimentare il messaggio sfruttando il potenziale di WhatsApp e Facebook. A maggior ragione, considerando il fatto che la causa dei cani è sposata da un numero elevatissimo di persone in giro per il mondo.

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Alcune precisazioni sui numeri 3341051030 e 800137079 per cani abbandonati: utenze inattive

Bisogna scindere il discorso quando prendiamo in esame la catena che coinvolge i numeri 3341051030 e 800137079, utilizzati per segnalare alle associazioni cani abbandonati. Fenomeno che, purtroppo, diventa più frequente ed intollerabile soprattutto in estate, quando le persone partono per le vacanze. Premesso che tutto il discorso odierno parta da buone intenzioni, visto che il cittadino impegnato a digitare i due in questione tende a voler fare del bene, ci sono un paio di aspetti che dobbiamo prendere in esame questa mattina.

Per quanto riguarda il numero 3341051030, è importante esaminare un post di ENPA che contribuisce a precisare come la campagna sia stata attivata nel 2013 per segnalare cani abbandonati. Da quel momento, però, non ha avuto più seguito. Ci sono altre fonti, poi, che sottolineano come il numero 800137079 non sia legato a ENPA. Insomma, allo stato attuale la cosa migliore da fare quando ci imbattiamo in avvistamenti è chiamare il 112 o il 113.

Solo così, infatti, potremo ottimizzare gli sforzi di tutti, affinché i cani abbandonati soffrano il meno possibile. Soprattutto se pensiamo a quello che viene detto sui numeri 3341051030 e 800137079 anche nel 2022 tramite WhatsApp e Facebook.

L’abbandono dei cani in Italia rimane una piaga sociale, un fenomeno che non accenna a diminuire e che si ripresenta con particolare intensità durante i mesi estivi. Ogni anno, migliaia di cani vengono lasciati a sé stessi, spesso in condizioni di pericolo e senza alcuna speranza di sopravvivenza.

Secondo i dati più recenti, nel 2023 si stima che ben 85.000 cani siano stati abbandonati, un aumento dell’8,6% rispetto all’anno precedente. Questo dato allarmante è un indicatore della crisi economica che grava sulle famiglie e della crescente difficoltà nel gestire un animale domestico. Il numero dei cani randagi, ovvero quelli senza proprietario, è stimato intorno ai 358.000 a livello nazionale. Le regioni più colpite da questo fenomeno sono principalmente quelle del Sud Italia: Lazio, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, dove si concentra la maggior parte dei cani vaganti.

Le motivazioni dietro l’abbandono sono molteplici e complesse, spesso legate a difficoltà socio-economiche dei proprietari, come problemi finanziari o abitativi. Tuttavia, non mancano i casi di persone che semplicemente non sono più in grado o non desiderano occuparsi del proprio animale, a volte anche in vista delle vacanze estive. È fondamentale ricordare che l’abbandono di animali è un reato punito dal Codice Penale con l’arresto fino a un anno o con un’ammenda salata.

Le conseguenze dell’abbandono sono devastanti per gli animali, che si trovano improvvisamente senza un riferimento, esposti a pericoli della strada, alla fame e alla paura. Inoltre, il randagismo rappresenta un costo significativo per la collettività, gravando sui canili e sulle strutture di accoglienza, che spesso sono al limite delle loro capacità.

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