Wanda Osiris, vizi e superstizioni di una donna al di sopra delle righe

Wanda Osiris

Wanda Osiris è stata una delle donne più in vista negli anni Trenta e non è dunque un caso che, per almeno due decenni, tutto il mondo conoscesse il suo nome e quella donna così particolare che, pur non eccellendo in campi specifici, era capace di calamitare su di sé le attenzioni di chiunque. E oggi, a distanza di venti anni dalla sua morte, la vita di Wanda Osiris viene raccontata in un libro che porta il suo nome come titolo e che ricorda la bellezza di questa donna che ha scelto di vivere una vita al di sopra delle righe, non curandosi degli altri ma anzi, riuscendo ad avere il mondo ai suoi piedi facendo sembrare tutto una cosa normalissima.


Gli esordi di Wanda Osiris

Figlia di un palafreniere battistrada del Re Umberto I, fin da piccola Wanda Osiris aveva evidenziato una certa dimestichezza con il canto e il ballo. Ma non era quello che voleva fare. Lei voleva fare teatro e così, giovanissima, decise di lasciare la sua famiglia per trasferirsi a Milano e tentare il tutto per tutto, determinata a realizzare il suo sogno. La teneacia e il coraggio di certo non le mancavano e così arrivò il debutto al cinema Eden. Era il 1923 e la carriera di Wanda Osiris si preparava al decollo.

Le stravaganze della Wandissima

Pochi anni e già per lei fu coniato un superlativo assoluto, la Wandissima. Tutti la chiamavano così e lei dimostrò di saper portare con nonchalance il peso di un appellativo così importante. Cantava, ballava e recitava con una naturalezza imbarazzante ma allo stesso tempo non usciva mai dal personaggio che si era creata e che la rendeva irraggiungibile per i comuni mortali. E lei faceva di tutto per rimanere nell’Olimpo, con un atteggiamento da vera diva. Molto religiosa, faceva della superstizione una delle componenti fondamentali delle sue giornate. Non sopportava il viola e nemmeno gli uccelli, non poteva vederli nemmeno dipinti. Si ossigenò i capelli, sprezzante dei commenti che un gesto del genere avrebbe potuto provocare, e inaugurò la moda del turbante, utilizzava sempre un trucco ocra che le donava quel che di orientale che tanto piaceva e che l’aveva resa così particolare anche agli occhi di Benito Mussolini che, a Riccione, scese addirittura dalla carrozza per raggiungerla e farle i complimenti. E poi quel cognome, Osiris, scelto dal matrimonio tra Iside e Osiride, che la regalò quel non so che di orientale e che perfettamente ricalcava il suo modo di essere.

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Beneficenza e frasi celebri

Sopra le righe, dicevamo, e con argomenti validi per supportare sempre il suo pensiero, decisamente fuori dal comune per una donna degli anni Trenta. Ma non per lei che, a fronte di così tanto successo, non perdeva occasione per fare anche del bene. Per esempio ai bambini dell’ospedale di Mongà in Costa d’Avorio, ospedale che ancora oggi riporta una targa dedicata alla Wandissima e alla beneficenza da lei fatta negli anni in cui sarebbe stato molto facile essere travolte dall’uragano del successo senza pensare ai più sfortunati. E invece no, la Wandissima trovava il tempo per fare tutto e farlo bene. Tante le frasi che ancora oggi si ricordano di questa artista poliedrica. Chi non sa fare, non sa comandare, aveva affermato quando sognava un futuro per quei suoi bambini adottati di nascosto e per i quali sperava il meglio. Qualche anno più tardi, in relazione al suo essere diva, la stessa Wanda Osiris aveva ammesso: Avevo una forma d’indolenza strana, camminavo col ventre in fuori e un accentuato dondolio dei fianchi; portavo scarpe impossibili, con dieci centimetri di tacco, tenevo 3-4 crinoline sotto l’abito, il viso coperto da un trucco inimmaginabile.

Il ritiro dalle scene

Venti anni sulla cresta dell’onda, poi il desiderio di tornare a una vita normale, con un nome normale, ovvero il suo: all’apice del successo, Anna Maria Menzio (questo il vero nome di Wanda Osiris), uscì di scena e scese per l’ultima volta la copia della scala del Vittoriale e Notre Dame, per tornare a vivere una vita normale lontano dai riflettori (è così è stato fino al giorno della sua morte, arrivata l’11 novembre del 1994).

Il libro dedicato a Wanda Osiris

Oggi la vita della Wandissima viene raccontata dalla giornalista e scrittrice Roberta Maresci che ha voluto dedicare un libro a questa artista sopra le righe, a 20 anni esatti dalla sua morte. Wanda Osiris – prima Soubrette e donna (con)turbante, edito da Cavinato, è uscito in tutte le librerie il 14 marzo.

 

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