Fecondazione eterologa al via anche in Italia, ma quanto costa?

La fecondazione eterologa era stata esclusa nella versione iniziale della legge 40, per cui le coppie sposate o di fatto che volevano ricorrere alla fecondazione assistita, dovevano usare ovuli e spermatozoi esclusivamente di proprietà della coppia.

Dal 2014, invece, questo divieto è stato dichiarato incostituzionale. Le coppie che si avvalgono della fecondazione assistita potranno fare ricorso a donatori esterni.

La legge 40 prevedeva questi divieti:

1. divieto di produrre più di tre embrioni,
2. divieto di conservazione degli embrioni,
3. divieto di diagnosi pre-impianto,
4. divieto di accesso alla fecondazione assistita alle coppie portatrici di malattie genetiche,
5. divieto di fecondazione eterologa,
6. divieto di usare gli embrioni per la ricerca scientifica,
7. divieto di accesso alla fecondazione assistita per single e coppie gay.

I primi cinque divieti sono stati eliminati dalle revisioni alla legge 40 dal 2004 ad oggi. Si aspetta di conoscere il parere della Corte costituzionale sul sesto punto. Non ci sono invece ripensamenti sul settimo divieto.

I costi del trattamento

Accettando anche nel nostro ordinamento la fecondazione eterologa, si è avuto anche un miglioramento economico relativo ai costi del trattamento. Adesso fare ricorso alla fecondazione assistita costa meno.

Un trattamento, in precedenza, poteva arrivare a costare anche 3000 euro, adesso questa soglia è stata abbattuta e si può completare una fecondazione in vitro anche pagando soltanto 300 euro. Una ricerca della Società europea di riproduzione assistita, nel 2010 aveva detto che le coppie italiane che facevano ricorso alla fecondazione assistita all’esterno erano il 31 per cento del totale. La meta preferita è sempre stata la Spagna ma anche l’Ucraina è molto quotata.

Cosa vi preoccuperebbe della fecondazione assistita? Siete d’accordo nel negare l’accesso a questa tecnica alle donne avanti con l’età, alle donne single e alle coppie omosessuali?