Cake, un film drammatico per Jennifer Aniston

CAKE_jenniferaniston

Qualche giorno fa sono andata all’anteprima stampa di Cake, quarta pellicola diretta dallo statunitense Daniel Barnz ed interpretata da Jennifer Aniston. Al termine della proiezione avevo un pensiero fisso: “Perché non fare con la Aniston ciò che è stato fatto con Matthew McCounaghey?”. Un miracolo, esattamente.

Sì, perché Cake non sarà ricordato come un capolavoro della cinematografia internazionale, ma verrà sempre considerato come la prima pellicola che ha permesso alla Aniston di confrontarsi con un ruolo drammatico.

Claire Simmons (Jennifer Aniston) è un avvocato che soffre. Il suo dolore fisico è evidente dalle cicatrici sul corpo e dal modo in cui si trascina in giro. Ma il suo dolore è anche interiore e la rabbia emerge in tutti i rapporti con le persone che la circondano. Si è allontanata dal marito, dagli amici e anche il suo gruppo di supporto sul dolore cronico l’ha cacciata. L’unica persona rimasta al suo fianco è la badante e domestica Silvana (un’incredibile Adriana Barraza), che poco sopporta la sua dipendenza da alcol e farmaci.

Il suicidio di Nina (Anna Kendrick), uno dei membri del gruppo di supporto, porta Claire ad una nuova ossessione. Facendosi continue domande sulla morte di una donna che conosceva a malapena, Claire esplora il confine fra vita e morte in cerca di salvezza. Ed è proprio durante questa ricerca che si avvicina al marito di Nina (Sam Worthington) e al figlio che la donna ha lasciato, un incontro che le cambierà la vita.

Tra cicatrici, fantasmi e volti nuovi come in un racconto breve di de Maupassant, la Aniston ci regala la sua più grande interpretazione grazie alla complicità di un personaggio devastato ed imbruttito dal dolore. Una prova attoriale che le ha portato una nomination ai Golden Globe. Meritatissima perché è proprio Jennifer a fare il film.

Cake vive di validi spunti ed elementi interessanti, ma si perde ripetutamente in passaggi narrativi da format televisivo mediocre. La pellicola, infatti, sembra non riuscire ad approfondire degli aspetti fondamentali della vicenda e dei personaggi. Ed è per questo che emerge la sua debolezza e precipita in un vortice di luoghi comuni, mostrando la sua natura acerba.

Riconosciuta la superficialità di alcune scelte narrative, quello che resta è l’ interpretazione forte ed inedita di una grande attrice, che si è spogliata completamente dei ruoli comici che l’hanno sempre contraddistinta per più di vent’anni (ricordiamo che il primo episodio di Friends andò in onda nel 1994).

Il personaggio di Claire, infatti, le ha permesso di mettere in luce tutti i moti dell’animo e l’indecisione continua tra il “dire si alla vita” e il cedere alla propria natura infinitamente piccola. La morale, però, ci fa ben sperare. Il dissidio interiore si supera anche facendo una semplice torta di compleanno (da qui il titolo) per un bambino. La sofferenza è solo un modo di mandare via il dolore e si attenua con piccoli gesti sinceri che segnano continuamente l’ordinarietà delle nostre vite.

Speriamo solo che  Cake – dal 7 Maggio al Cinema –  sia l’inizio di una nuova stagione. Auguro, infatti, alla Aniston un periodo aureo di copioni audaci in grado di mostrare la sua versatilità e di donarle i più importanti riconoscimenti internazionali.

Trailer di Cake distribuito dalla Warner Bros. Italia
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