Festival di Sanremo, IsayData analizza il gradimento del web: ecco i risultati!

Siete curiosi di scoprire come è andata veramente l’ottantacinquesima edizione del Festival di Sanremo? Ci ha pensato IsayData, che ha portato avanti una gustosa ricerca sui bigdata relativi all’evento più importante della musica italiana. E, così, tra il 6 e il 10 febbraio scorsi non si sono mossi dal televisore la bellezza di 11 milioni di persone ogni sera. E i social sono un’ulteriore testimonianza di quanto questa edizione del Festival sia andata bene, con un picco di 555 mila contenuti a cui si è arrivati durante la finale.

A trionfare sono stati Fabrizio Moro ed Ermal Meta, ma c’è stata gloria anche per Lo Stato Sociale e per Annalisa, giunti rispettivamente secondi e terza. Ebbene, IsayData ha voluto verificare la risposta del mondo social alle varie canzoni in gara, sia dal punto di vista degli ascolti che delle visualizzazioni. Ebbene, il premio dei più citati finisce nelle mani del duo vincitore, che ha “prodotto” ben 195 mila mention.

Analizzando lo sviluppo dei profili Instagram dei vari artisti si può capire come sia cresciuta la popolarità dello stesso, indipendentemente dal piazzamento in classifica. L’aumento maggiore di follower l’ha avuto Luca Barbarossa (+66,93%), seguito a ruota da Bungaro (+44,3%) e dalla coppia Moro-meta (+33,32%).

Analizzando i dati di Spotify (come ascolti) e di Youtube (come visualizzazioni), quello che emerge è, in pratica, una corrispondenza perfetta con il risultato del sistema di voto che ha caratterizzato questa edizione del Festival di Sanremo. La canzone maggiormente vista su Youtube e ascoltata su Spotify, infatti, è proprio “Non mi avete fatto niente” del duo vincitore. Subito dietro troviamo Lo Stato Sociale con “Una vita in vacanza” e al terzo posto c’è esattamente Annalisa, con “Il mondo prima di te”.

Lo studio di IsayData si è concluso realizzando un apposito indice che raccoglie il gradimento dei brani in gara in cinque piattaforme, ovvero Instagram, Facebook, Spotify, Youtube e Twitter. Il ranking che ne è derivato conferma il podio di Sanremo, ma proietta verso l’alto i The Kolors (+5 posizioni), Noemi (+9 posizioni), Nina Zilli (+9 posizioni) ed Elio e le Storie Tese (+10 posizioni).

#Cambiailfinale, scopriamo il progetto di IsayGroup nella lotta al bullismo

La street art come mezzo per mettere a tacere il fenomeno del bullismo nelle scuole. È quello che ha ideato IsayGroup, agenzia digital, che ha portato nelle aule un progetto molto interessante in collaborazione con la Regione Lazio. E così sei artisti di fama internazionale hanno fatto capolinea in sei scuole del Lazio con l’intento di offrire un nuovo e più creativo punto di vista a tutti i ragazzi in riferimento ad un tema estremamente delicato come il bullismo.

Nelle aule gli artisti hanno disegnato vari murales in cui venivano riportate delle frasi che vengono comunemente usate dai bulli. E ciascuna frase viene lasciata a metà, terminando con i puntini di sospensione. È spettato agli studenti poi togliere gli adesivi che coprivano la seconda parte della frase, scoprendo uno dei possibili finali. Da un testo all’apparenza negativo, quindi, la frase si trasforma in positivo e l’hashtag lanciato nell’ambito di questa iniziativa #cambiailfinale lo spiega alla perfezione.

“Ti aspetto fuori” è una frase molto nota tra chi è solito tenere comportamenti da bullo: “Per andare a casa insieme” è il finale modificato che spiega quanto sia semplice cambiare. #cambiailfinale si distanzia dalle usuali campagne con lo scopo di parlare senza mezzi termini ai ragazzi, con un approccio molto più creativo. Il progetto, tra l’altro, è stato messo in piedi proprio in luoghi, come l’ambito scolastico, in cui avvengono frequentemente comportamenti bullizzanti. E il coinvolgimento di questi artisti della lettering art e della calligraphy art significano anche come l’azione di contrasto di questo fenomeno così radicato passa anche lo sviluppo di nuovi approcci rispetto agli studenti.

Gli artisti di livello mondiale che hanno sostenuto questo progetto sono Fabio Persico, Luca Barcellona, Brus, Warios, Daniele Tozzi e Diamond. E ben presto verranno organizzati anche interventi formativi per parlare delle dinamiche di esclusione nei gruppi, di cyberbullismo e di sicurezza e relativi problemi su internet. L’operazione non si limiterà a raccogliere i vari contenuti postati sui social come Instagram e Facebook, ma avrà anche un vero e proprio sito dedicato.

Street Carnival, un evento a tutto divertimento al Città Sant’Angelo Village Outlet

L’allegria e la spensieratezza che porta questo periodo dell’anno non hanno veramente eguali. Se almeno per un giorno all’anno non volete perdere l’occasione di ritornare bambini, ma anche divertirvi senza freni in compagnia dei vostri figli, allora non dovete perdere per nulla al mondo un’iniziativa fantastica come quella organizzata dal Città Sant’Angelo Village Outlet.

Iniziare il mese con il botto: è questa la sorpresa che Città Sant’Angelo Village Outlet ha pensato per tutti i suoi clienti. L’evento è lo Street Carnival e il divertimento è previsto sia per i più grandi che per i più piccoli. L’invito è per i prossimi 10, 11 e 13 febbraio. Allo Street Carnival non mancheranno circo, tanti elementi di magia, l’incanto della street dance, ma anche molte altre spumeggianti sorprese. Ci saranno degli show itineranti che si rifaranno all’arte di strada, mentre la scena sarà presa d’assalto anche da numerosi attori, trampolieri e giocolieri che daranno spettacolo per tutte le vie dell’outlet.

Si parte sabato 10 febbraio, dalle 17 alle 19 con le gag e la simpatia di Reporter, un divertente clown gigante. A seguire sarà la volta del minicirco: tra giocolieri, trampolieri e altri artisti circensi sarà impossibile distogliere lo sguardo. Le sculture di palloncini e tante coreografie organizzate dalle scuole di danza partner dell’evento garantiranno divertimento e musica a non finire.

Domenica 11 febbraio, dalle 11:30 alle 12:30 e dalle 17 alle 19 a tenere banco saranno giochi, musica e danza. I balli della scuola Professione Danza faranno compagnia al mattino, mentre al pomeriggio imperdibile sarà la parata del Tram Brass.

Calcio, una sentenza quasi storica in Germania sui costi per la sicurezza negli stadi

La sentenza si può quasi definire rivoluzionaria. Riguarda il mondo del calcio e arriva direttamente dalla Germania. Sarà compito della Lega calcio tedesca, la Dfl, di occuparsi del pagamento, in futuro, di tutti quei costi straordinari che si riferiscono alla sicurezza durante delle partite che vengono giudicate a forte rischio.

La decisione arriva dall’Alto Tribunale Amministrativo di Brema, che ha deciso di dare ragione alla richiesta del Land. Quest’ultimo chiedeva il rimborso di 415 mila euro, che sono stati spesi tre anni fa per organizzare centinaia di poliziotti per la partita tra Werder Brema e Amburgo.

Si tratta di una di quelle sentenze che potrebbero fare giurisprudenza nel mondo del calcio e cambiare radicalmente questo aspetto non solamente in terra tedesca.

Insomma, i costi che riguardano il calcio devono ricadere sulle spalle dei contribuenti o dei club? Una discussione che ormai tiene banco da diversi anni. Ad esempio, l’Italia la garanzia dell’ordine pubblico nei vari stadi per tutti quei match che vengono considerati a rischio, prevede una spesa pari a circa 45 milioni di euro ogni anno. A partire dal 2014, il governo Renzi riuscì a fare in modo che solamente una piccola parte di tali spese venissero coperte dai club.

La sentenza che arriva dalla Germania, però, lascia davvero tutti di stucco. Secondo quanto comunicato dall’Alto Tribunale Amministrativo di Brema, la Lega co-organizza un evento improntato al profitto e, quindi, deve per forza di cosa prendersi le responsabilità anche dei costi in eccesso che sono relativi all’incolumità dei tifosi che si recano allo stadio. Ed è una scelta che potrebbe essere a breve riproposta anche da altri Land che, fino a questo momento, non erano molto entusiasti all’idea di aprire un “conflitto” diretto con le autorità del mondo del calcio.

E Lega calcio tedesca chiaramente ha fiutato il pericolo, che potrebbe voler dire un esborso di milioni di euro ai vari club. Tra ultras violenti e la minaccia dell’Isis, le spese sarebbero veramente molto alte.

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L’ingiustificato allarmismo del fondo antidiossina sull’Ilva

Ebbene sì, il video sull’Ilva di Taranto pubblicato su youtube da Fabio Matacchiera del Fondo Antidiossina è una fake news. Ci sono cascati quasi tutti, Ansa compresa, finché non è arrivata la spiegazione del fenomeno denunciato su youtube e diventato virale sul web.
Partiamo dall’inizio: nella tarda serata del 10 dicembre Matacchiera riprende lo stabilimento dell’Ilva di Taranto, facendo notare la “colonna di fumo” emessa dalle ciminiere.
L’Ansa riprende il video e altre testate ne parlano con titoloni sensazionalisti.  La sicurezza di Matacchiera, d’altra parte, non lascia adito a dubbi: quello che esce dall’Ilva è proprio fumo, non può mai essere in alcun modo vapore.
E invece no. Si tratta di un effetto ottico con una spiegazione.
Le immagini, come spiegato da un sito web che si è occupato del caso, si riferiscono alle regolari fasi di spegnimento del carbon coke che avviene nel reparto cokeria dello stabilimento. Quest’operazione è ripetuto più volte al giorno, non solo di sera, ma è proprio di sera che può generare questo tipo di suggestione ottica.
Ciò che dall’esterno si presenta come “una colonna di fumo” è invece vapore, la cui emissione è monitorata con la frequenza prevista dal piano di monitoraggio e controllo dell’Aia.
Matacchiera, in virtù dell’effetto ottico, esclude categoricamente che quello possa essere vapore, ma in buona o cattiva fede si sbaglia.
La spiegazione di questo effetto visivo è in realtà abbastanza semplice: quando questo evento emissivo si verifica in presenza di umidità e con le luci notturne dello stabilimento, l’effetto ottico è tale da farlo sembrare fumo.
Ovviamente si presta a strumentalizzazioni, allarmismi, talvolta sciacallaggi sempre più frequenti quando si tratta dell’Ilva di Taranto, che tende a “fare notizia”. Ma gli allarmismi sono del tutto scorretti ed ingiustificati, anche perché i risultati delle attività mostrano costantemente valori al di sotto dei limiti autorizzati e i dati vengono regolarmente comunicati alle autorità competenti e agli enti di controllo.

Banca Popolare di Bari, finalmente portata a termine la seconda cartolarizzazione Npl

Se ne parlava già da diversi giorni, ma finalmente è arrivata anche la conferma in via ufficiale. La Banca Popolare di Bari e la sua controllata Cassa di Risparmio di Orvieto hanno di fatto completato in tutto e per tutto il percorso relativo alla seconda cartolarizzazione. Si tratta di un’operazione che si riferisce a tutti quei vari crediti che si sono deteriorati per via dell’assegnazione del rating, comportando un valore totale che arriva al 32,7% in confronto alla somma complessiva.

Questa importante operazione conclusa insieme alla controllata Cassa di Risparmio di Orvieto rientra in un programma ben preciso. Si tratta, infatti, di una cartolarizzazione che è compresa all’interno del piano di dismissione pluriennale di ben 800 milioni di euro. La prima fase di tale programma di dismissione è stata conclusa nel 2016 per un importo pari a circa 480 milioni di euro.

Scendendo più nei particolari, lo scorso 16 novembre, Banca Popolare di Bari aveva portato a termine la cessione di un portafoglio di sofferenze per qualcosa come 319,8 milioni di valore lordo ad un veicolo di cartolarizzazione. Sempre quest’ultimo ha poi provveduto ad emettere ben tre diverse tranche di notes ABS. La prima è stata una senior da 80,9 milioni di euro, potendo contare su una copertura derivante da garanzia pubblica (Gacs). La seconda mezzanine da 10,1 milioni di euro e l’ultima junior da 13,5 milioni di euro.

Complessivamente, il valore delle notes che sono state emesse ha coperto il 32,7% del valore nominale dei crediti che sono stati oggetto della cessione. Ciascuna notes verrà ritenuta al closing da parte della Banca Popolare di Bari. La Gacs, invece, verrà rilasciata in via formale a partire dalla data in cui sarà concluso il procedimento di richiesta. Un’operazione che è andata a buon fine anche grazie alla collaborazione con il team di JPMorgan.

Andalo: viaggio alla scoperta dell’Adamello del Brenta

Il piccolo comune di Andalo, in provincia di Trento, è un centro turistico particolarmente apprezzato. Due, in particolare, sono i motivi che spingono i visitatori a recarsi in questa località: gli impianti di risalita della Paganella, un gruppo montuoso che raggiunge i 2125 metri e comprende al suo interno piste di sci alpino, fondo e numerosi snowpark, e il Parco naturale dell’Adamello-Brenta, il più esteso di tutto il Trentino. Se siete appassionati sciatori, potete consultare questo approfondimento ospitato su expedia.it alberghi; viceversa, se ad attrarvi maggiormente sono la fauna e la flora di questa vasta area verde, ecco qualche informazione che potrebbe risultarvi interessante.

Il parco è stato istituito nel 1967 e si distende per oltre 620 chilometri quadrati. Il suo territorio comprende non solo le Dolomiti del Brenta e il gruppo montuoso dell’Adamello-Presanella, ma anche ben ottanta laghi (il più famoso dei quali è probabilmente il Tovel, che fino agli ’60 era interessato da un fenomeno di arrossamento delle acque, dovuto alla fioritura di una particolare alga). Da queste parti risiede una fauna davvero straordinaria: parliamo di mammiferi come il lupo, il cervo, la lince, il muflone, il tasso e la donnola, ma anche di volatili come la pernice, l’aquila reale, il falco e la civetta. Tra i pesci, è attestata la presenza della trota marmorata; se vi piacciono i rettili, sappiate che non è impossibile imbattersi in un aspide. Il signore assoluto di questi luoghi è però l’orso bruno, soprattutto grazie al virtuoso progetto Life Ursus, che dalla fine degli anni ’90 in poi ha portato a un lento ma costante ripopolamento di questa specie, un tempo molto comune ma che, non troppo tempo fa, aveva toccato in questa zona un picco minimo di soli tre esemplari (oggi, invece, siamo circa a quota cinquanta).

La varietà della flora, ovviamente, è altrettanto importante. Le foreste occupano circa un terzo della superficie dell’Adamello del Brenta: questi boschi sono composti per la grande maggioranza di sorbi aceri, noccioli, carini e faggi, ma non mancano conifere come abeti e larici e anche numerose varietà di pini. Va da sé, dunque, che il parco sia una meta ideale per il trekking e le escursioni. Oltre a questo, si tratta di una località particolarmente nota per il turismo sostenibile: le attività didattiche sui temi dell’ecologia e della conservazione sono frequenti e adatte sia agli adulti che ai bambini. Avete in programma una vacanza ad Andalo e volete saperne di più? Visitate il sito ufficiale e partite per questo incredibile paradiso naturale!

Siria, allarme attacco chimico: l’Ong accusa il regime di Assad

C’è più di un sospetto che siano state impiegate delle armi chimiche sui ribelli della Ghouta orientale, in Siria. È stato l’Osservatorio nazionale siriano a lanciare l’accusa, mettendo in evidenza come ci siano ragionevoli dubbi che il regime siriano abbia di fatto organizzato un attacco chimico a base di cloro su Al-Shifuniyah.

Le Ong (del cui operato si è parlato molto in questi giorni, anche nel sito web dell’On.Bertot) hanno sottolineato come un buon numero di civili presentava dei chiari sintomi di soffocamento, mentre un bambino ha perso la vita. Per il momento, però, non c’è alcuna notizia certa su come siano avvenuti i raidi chimici, così come quali tipologie di armi chimiche siano state utilizzate.

Secondo, invece, il ministro degli Esteri della Russia, Serghiei Lavrov, si tratta di notizie prive di fondamento. O, meglio, realizzate ad arte con l’intento di seminare zizzania e danneggiare la tregua imposta dalla risoluzione firmata all’unanimità dall’Onu.

È vero, però, che la situazione nella Ghouta orientale è più che mai drammatica e necessita di un intervento immediato delle organizzazioni umanitarie per dare supporto ai civili, ormai disperati. La risoluzione deve essere attuata subito e fatta rispettare.

Eppure sembra che la situazione sia ancora lontana da una minima stabilità di pace. Infatti, sono almeno 25 i civili, compresi ben sette bambini, che hanno perso la vita per colpa di un attacco portato a termine da parte della Coalizione internazionale capeggiata dagli Usa. L’intento era quello di colpire una zona del territorio siriano, più precisamente nella parte ad est del paese, ancora in mano all’Isis.

Nello stesso momento, le forze speciali turche hanno fatto irruzione nella zona curva di Afrin, collocata più o meno nella zona a nord-ovest della Siria, che sta subendo attacchi da parte di Ankara da più di una trentina di giorni. L’obiettivo di queste truppe sarà tendenzialmente quello di evitare che si possano realizzare delle infiltrazioni di combattenti curdi appartenenti all’Ypg, per poi sferrare l’attacco decisivo al centro storico di Afrin.