Maternità e lavoro, donne tutelate per 22 mesi

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Il binomio maternità e lavoro è sempre difficile da affrontare ma di tanto in tanto occorre tornare sull’argomento per aggiornare la normativa. Di recente la corte di Cassazione rispondendo al ricorso di una lavoratrice neomamma ha ribadito che le mamme vanno tutelate per almeno 22 mesi dal parto. 

Il caso che ha fatto scattare il pronunciamento della Cassazione è quello di una donna che rientrata a lavoro dopo il periodo della maternità, era stata trasferita dopo 3 giorni in un punto vendita lontano 150 chilometri dalla sede normale di lavoro. La donna, rifiutando l’allontanamento, era stata licenziata. Dopo diverse vicende processuali si è arrivati al giudizio della Cassazione che ha dichiarato illegittimo il licenziamento. La donna è stata dunque reintegrata sul posto di lavoro e le sono stati corrisposti tutti gli stipendi e i contributi del periodo in cui è stata fuori dall’azienda.

La sentenza ha riportato sotto i riflettori il rapporto maternità-lavoro rispolverando la normativa a riguardo. La legge tutela la maternità e questa tutela vince sugli interessi di ogni datore di lavoro che deve rispettare il divieto di licenziare una donna dal momento in cui denuncia lo stato di gravidanza, fino almeno ad un anno di vita del bambino. In realtà quello che molti chiamano scudo protettivo per le mamme lavoratrici, dura addirittura 22 mesi.

La tutela è estesa anche ai papà qualora le donne non si avvalgano del congedo di maternità post-partum ed è valida anche nei casi in cui una donna non abbia partorito ma abbia adottato un bambino, o l’abbia ottenuto in affidamento.

In realtà ci sono anche casi in cui una mamma lavoratrice può essere licenziata nonostante sia ancora nel periodo “tutelato”. La mamma lavoratrice può essere licenziata nel caso in cui si macchi di una colpa grave, oppure nel caso in cui cessi l’attività dell’azienda, oppure ancora nel caso abbia in essere un contratto a tempo determinato e sia giunta alla fine del periodo contrattuale.

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