La riforma in sospeso, ma la Banca Popolare di Bari prepara la Spa

Dieci mesi sono trascorsi dallo stop imposto da Consiglio di Stato e Corte Costituzionale, sulla rivoluzione delle popolari: a che punto è la riforma per la trasformazione di questa tipologia di istituti bancari in società per azioni? Anche l’estate 2017 è appena trascorsa, senza alcuna novità significativa e, probabilmente, le alte corti si pronunceranno non prima di gennaio-febbraio 2018.

Nell’incertezza della situazione, il destino delle diverse popolari ha preso strade totalmente diverse: Ubi, Banco Popolare, Bpm e Bper hanno mantenuto le loro posizioni di leadership; Credito Valtellinese sembra oramai prossima ad una acquisizione; per Sondrio e Bari, la situazione si è bloccata al 31 dicembre scorso, quando stavano per scadere i termini per una acquisizione forzosa. Mentre per la BP di Sondrio i problemi sono stati legati al fondo hedge Amber, che ha depositato due atti presso Consiglio di Stato e Corte Costituzionale, per Bari la situazione si è rivelata ben diversa.

La Banca Popolare di Bari, dopo una fase di debolezza – partita nell’estate 2014 – con l’acquisizione di Tercas, sta oggi seriamente lavorando con estrema professionalità per risolvere tutte le problematiche relative all’acquisizione. Dalla valutazione storica proposta dai soci dell’aprile 2016, paro a 9,53, la discesa dell’azione della BPB ha raggiunto il 6,90 il 30 giugno 2017, con la quotazione sulla piattaforma Hi Mtf (in asta, con il meccanismo delle fasce di oscillazioni). Attualmente, la fascia al ribasso è stata ulteriormente allargata al 6,6.

Diversamente da Sondrio, i banchieri di Bari sono assolutamente convinti che il passaggio a Spa sia da fare ad ogni costo, così da poter rilanciare l’azienda sfruttando il mercato. È stato costituito un cantiere tecnico che sta lavorando per minimizzare ogni rischio di recesso.

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